l!)(i Libro I. Capitolo 3. I Sinodi di Pisa e Costati/,«. 1409-1417 (1418). campo ecclesiastico. La calamità del tempo cacciò in seconda lin t tutte le obbiezioni contro simili opinioni. I ragionamenti dello Za-barella, nei quali ci si affaccia intiera, la teoria conciliare, sono un prodotto di quella calamità, alla quale il giurista freddo e pr:i tico vuol porre termine ad ogni costo. Zabarella attribuisce la pi -nezza del potere alla Chiesa e con ciò alla sua rappresentane, il concilio ecumenico. Il papa non è che il primo ministro della Chiesa e possiede la podestà esecutiva. Se erra, la Chiesa d; correggerlo; se cade in eresia oppure è eretico ostinato od ancho solo commette un delitto notorio, il concilio può deporlo. La rappresentanza della Chiesa, il concilio ecumenico, non può sedere permanenza e perciò il papa esercita in via ordinaria la podestà suprema, ma senza l’assenso dei cardinali non può emanare una legge vincolante la Chiesa intiera. Che se viene in discordia con costoro, il concilio deve qui pure dare la decisione.1 Merita d’es • r notato, che anche pel caso di scisma Zabarella considera in prima linea il papa o, in caso, i due papi, siccome il convocatore ordinario del concilio, in momento di bisogno però, secondo il su ■ parere, anche i cardinali e persino uno o più prelati superiori possono convocare un concilio ecumenico. Inoltre ora si venne sempre più ampliando la competenza dei concilii universali e già alcuni canonisti, come il ricordato Pierre Leroy abbate di Moni St. Michel, insegnavano che il papa non poteva cambiarne i decreti, che li doveva invece riconoscere, sia che riguardino la fedt. sia che in genere il bene della Chiesa.2 Idee rivoluzionarie di questa fatta furono quelle che diressero il concilio dei cardinali ribelli raccolti a Pisa, non mancando pei dell’opposizione, di che recentemente s’è venuto a conoscere un notevole documento, le postille cioè' o note marginali alla convocazione del concilio fatta dai cardinali, apparse nell’ottobre e novem bre 1408. L’autore di esse è probabile appartenesse alla cerchia dei professori dell’università di Heidelberg, dai quali re Roberto traeva fuori i più eminenti suoi consiglieri.3 Con una severità che dn rimn parte del trattato <' <•»' 30 dicembre l-l* serie XXtl, 1 ; Somara in Wktzkk mi<1 Weltv'i Kirchmlr-r. XII*. 1845 ss., e Pbito». Card. barrila ( Potenza 1S8S): Zoirr.v. Fr. Zabanlla 53 ss. » ZlMMKKMANN lOC. dt. 3 llt m.KH. 37S. 350. ZiMMr.RM.vNx 1«. F.hiir 33. a Vedi Wicr/sÄCKKK. Rch'h.*tai)*akrn VI. 323s. e Küt/sciike 2S-Ì3*. Sui’.» nota di Marstjtlto at> l liciteli (Uno nt 1882 rettore dcU'universi t A di Ilei di'! bertt) i*>r Itol**rto III n favore della leiritttmltft di Crbano VI cfr. Rommkb-KFj,i»T nella Zrlluthr. /. <1. Gr*ch. ile* Obrrrhrin* X. K. XXII (11X171. s-