108 Libro I. Capitolo 1. I papi in Avignone 1305-1376. lettere, «che siate tenuto di conquistare e conservare il tesoro e la signoria delle città, la quale la Chiesa ha perduto: molto maggiormente séte tenuto di riacquistare tante pecorelle, che sono vero tesoro nella Chiesa; e troppo ne impoverisce quand’ella le perde. Non che impoverisca in sè, poiché il sangue di Cristo non può diminuire; ma perde il suo adornamento di gloria, il quale riceve dalli virtuosi e obedienti e sudditi a lei. Meglio c’è dunque lassar andar l’oro delle cose temporali, che l’oro delle spirituali. Fate dunque quello che si può; e, fatto il potere, scusato séte dinanzi a Dio e agli uomini del mondo. Voi gli batterete più col bastone della benignità, dell’amore e della pace, che col bastone della guerra; e verravvi riavuto il vostro spiritualmente e temporalmente. Restringendosi l’anima mia fra sè e Dio, con grande fame della salute nostra e della riformazione della santa Chiesa e del bene di tutto quanto il mondo, non pare che Dio manifesti altro rimedio, nè io veggo altro in lui, che quello della pace. Pace, pace dunque, per l’amore di Cristo crocifisso!».1 «Siatemi uomo virile, e non timoroso», così esortava dopo la sollevazione di Bologna, «rispondete ¡a Dio, che vi chiama che veniate a tenere e possedere il luogo del glorioso pastore santo Pietro, di coli vicario séte rimasto. E drizzate il gonfalone della croce santa; chè come per la croce fummo liberati (così disse Paolo), così levando questo gonfalone, il quale mi pare refrigerio de’ Cristiani, saremo liberati, noi della guerra e divisione e molte iniquità, il popolo infedele dalla sua infìdelità. E con questi modi voi verrete, e averete la riformazione delli buoni pastori della santa Chiesa. Riponetele il cuore, che ha perduto, dell’ardentissima carità ; chè tanto sangue li è stato succhiato per gl’iniqui devoratori, che tutta è impallidita.2 Ma confortatevi, e venite, padre, e non fate più aspettare li servi di Dio, che s’affliggono per lo desiderio. Ed io misera miserabile non posso più aspettare: vivendo, mi pare morire stentando, vedendo tanto vituperio di Dio. Non vi dilongate però dalla pace, per questo caso che è addivenuto di Bologna; ma venite; ché io vi dico che li lupi feroci vi metteranno il capo in grembo come agnelli mansueti, e dimanderanno misericordia a voi, padre»*3 Con pari franchezza Caterina rinfacciò ai governatori di Firenze, che essi dovevano obbedienza alla Chiesa, sebbene i pastori di essa non adempissero da buoni pastori il loro dovere. «Voi sapete bene, che Cristo lasciò il vicario suo, e questo bastò per rimedio dell’anime nostre ; perchè in altro non possiamo avere salute, i Tommakko III. 174. Capecelatro-Oonba» 100: Kolb 121 ss. ; Garose« 158 s. : Kirsch OS s.. '100 ; Cirr.KnowsKi. Siena II®, 06 s. - Parole terribili, ohe ricordano le espressioni