introduzione. costumi dei monaci e del clero. Pel Poggio non c’è frase a sufficienza pungente ed offensiva per bollare l'ipocrisia, l’avarìzia, la ignoranza, l’arroganza e immoralità del clero: in modo affatto pri-vihKiato »ono poi i religiosi contro i quali è diretto in passi senz.. num« ro il suo scherno e derisione.* Oltraggi violenti in guisa speciale contengono, sotto questo rispetto, i dialoghi sull’avarìzia, nulla miseria umana e l'opera contro gl’ipocriti, ove si legjfw: « una sorta di monaci si dice mendicanti quantunque paia che ri-dumno altri al bastone del povero, essi poi essendo poltroni e vivendo del sudore altrui. Alcuni dei medesimi si attribuiscono il nome di Osservanti. Io non so qual fortuna possa attribuirsi a tutti costoro: una sola cosa conosco ed è che la maggior parte di quelli che si dànno il nome di Minoriti e si attribuiscono questo titolo di Ooservanti, consta di rozzi contadini e mercenari! poltroni, i quali pensano non alla santità della vita, ma solamente alla fuga del lavoro».’ Stando al Poggio i monaci, eziandio nelle loro prediche, non mirano alla salute delle anime, ma cercano unicamente il plauso e 11 favore del popolo sciocco, che fanno ridere o divertono: essi poi predicando si abbandonano alla loro ignorante gar-rulità e spesso più somigliano a scimmie che a predicatori.* Se vogliamo farci un concetto della turpe caricatura dei claustrali qui disegnata dal Poggio, col generalizzare ingiustamente i difetti dei singoli, bisogna che ci rammentiamo come furono appunto gli Ordini i quali nel secolo XV produssero in Italia una serie di predicatori di penitenza, la cui vocazione religiosa e grande celo, anche dopo secoli, hanno strappata l'alta ammirazione eziandio di persone d'altro pensare. Esorbiterebbe dai limiti della «sposizione. che dobbiam fare, l’enumerazione completa della lette- WIUht* un orrorp >M Brara* >u>r. Amllmr li*, tw, «Sor» U |\.*rVi è fall« •n'ir'daallra. «Ww» VwwlMa a* Ultimi (Mai. Hpirtt. 1. »17» din» «ipr>» «uwotr. « *n(W> »«m in» a far»! prato* S»U» 12* «11*. tl Gnot (II. US) ha •-ambiato la Ma • (inua. (tnaiMiaor l»l. bnunn Ala. flurui II. 128». » on io» * Vwm. trwwwbtw# li*, sia q«ti »4 la finwi ntnuuHvr iota» mm nt orniti iw(k> alt»! fami di q«nla «tari», IM (rato a n|W. riaar I* |m«‘ «mini Vdtgt 11 Kounmt IMI Haadarvianr «M lll'intar l'^9 M) v arila «uà l,IHrr»l«r»rjcfcirài» 11. 10. ha fatt» U ttUns ri» M d»M«a annrttrr»! «irarrida la*»rtaaaa alla «atilUà I Ma* dlraati t> eli altri P»*«i E tafani, m l’ateW.