II c.trdiiinlc Bpssnrinue, Per questo suo passaggio furono sollevate vive accuse contro il B - sa rione, a torto però, che anzi, dopo l’unione ecclesiastica immediatamente preceduta e le trattative corse, il passo del Bessarione oggettivamente e soggettivamente appare cotanto motivato -otto l’aspetto teologico, che in fondo non può neanche dirsi conversione e abbandono della sua fede primiera, chè già prima egli stava quasi sul punto di vista latino. Compiuto il passaggio poi il contegno del Bessarione specialmente verso i suoi antichi compagni di fede fu degno e nobile appieno.1 Egli imparò il latino e svolse un’attività grandiosa al meglio della Chiesa, della scienza e del suo infelice popolo. Avremo a parlare ripetute volte delle m<> :-plici, difficili ambascerie, che gli affidarono i papi, e della sua devota opera pei suoi connazionali; qui ricorderemo soltanto, che come protettore dell’Ordine dei Francescani, il cardinale greco *i rese sommamente benemerito della Chiesa. Questo prelato fornito di grande cultura impiegò le sue entrate nella maniera più nobile a favorire la scienza, ad acquistare codici ed a soccorrere dotti bisognosi. Il mecenatismo del Bessarione, considerato in rapporto coi suoi mezzi modesti, va dichiarato addirittura grandioso.* Ad una specie d’accademia riuniva egli attorno a aè nel suo palazzo pre-so i SS. Apostoli un circolo dei più distinti umanisti d’Italia t di Grecia e in quei lieti convegni trattavasi di oggetti scientifici, in particolare di questioni di filosofia platonica. Il cardinale provò inoltre il suo fervido interesse per il rinascimento con parecchie versioni in latino di autori greci, in particolare della metafisica d'Aristotele, colla sua splendida difesa di Platone contro l’aristotelico Giorgio di Trebisonda * e impiantando una biblioteca, che w,,' k\x. | Al»». 1. .V.Htsx.: Il Ab»., l.V»**., imi«*. : III Ahi.. )>. ***.. 815**., *■-" -• : una lettera di lui n iKneti Silvi» ibid. Ili AtH.. |>. IN." —. l’or la |>ar* dell-#rrlwseovn ru*«o Isddoro al cnoi'ilii) di Kirenw- rfr. I’. K.uut, Ri i»r dir runa. hon-iììiHi/i mi lì lìti II li Itrrh 4ir 11r tliHMhl Itile /f.W, Jtlmitlr- ifill, *• IXff UM. Uomilxchr. XXXII (1W*5>. tvi **. ; Jori.*. Solca ri ritraila III. 131. 1 I ,, x n«»l Kirrhrnlrj-ilion di Aw inurH I. • ir. W rJ*». I or dir Rr- /«'Marion j||j_ : Sttjx in Arrhie /. finteli. dir J’kil. II. +47. * lilUiiinittrn VII* 543. «fr. Vakt nr> tu.. a*< ». e Arrk. Rimi XIII. «C «*. : Hrl.L, Renna rio» 98)».: A. «nj.* Tokbt. storia 4eirArm4. platonica 4i f'rni:r. Klrpntr ine |11. 151. « Brenniilmne •. diti1 Hwt ('-3*7». «un seni» di "*^1 e una rewm TiiViiwmi. Campagna Rum il, 31. • I» ral»m»iaiorrm Piatimia è il titoln della TerobftM* latina In 4 libri V**t 3*7 : Zeiltchr. /. rfr«-*. dir Pii il. 111. 50 ». : R< turione 1. OS e Sene