40« Libro HI. Capitolo 2. Niccolò V. 1447-14&5. nella Chiesa saranno sempre necessarie delle riforme, ma »e «*** fossero raggiungibili soltanto a mezzo di concilii, i conci!:. » vrebbero sedere in permanenza.' Qui si tocca in realtà il nov. di tutta la questione. Qualora le cose si fossero svolte conforta« ai desiderii dei fanatici conciliari, senza dubbio il concilio, tot. locato a lato del papa come egualmente autorizzato, col teru«x sotto il pretesto di riformare la Chiesa, avrebbe tirato a *è l'int.v-n» governo della medesima ed allora di per sè la Santa Sede *ar*t*b? diventata affatto superflua. Ma, e come devesi poi attuar« a riforma delle cose ecclesiastiche? Roderico risponde minutar alla domanda nella sei-onda parte del suo lavoro. Anzitutto, c «*t egli, va prestata la debita obbedienza alla Sede Apostolica, bisogna eleggere soltanto vescovi buoni e fedeli al loro dov> ■>. mettere ovunque prelati e preti ripieni dello spirito di Cri»? principalmente compiere nella più vasta estensione delle viaite r scoprire e togliere i mali esistenti.4 Contro le false idee conciliari si rivolse pure con un trati * aulì'autorità dtUa Chiesa, dedicato a Niccolò V, GIOVANNI <’*• PI STRANO celebre come predicatore di penitenza, che fin «otto K genio IV era uscito in campo contro i Rasileesi con un'oprf» maggiore.1 Ode con somma probabilità nei primi anni del governo di papa Niccolò V un notevole progetto di riforme, tuttora ined.’ del santo cardinale Domenico CAmuNICA,' in cui si trova «*pn~»* brevemente e chiaramente la dottrina cattolica del primato e »• confuta acutamente la falsa teorìa conciliare. «Nostro Signor Gf-sù Cristo, che scese dal cielo per rendere beati gli uomini nv diante la sua morte ». dice il Capranica nell’esordio di questa interessante dissertazione. « istituì i sacramenti, a mezzo dei qua si applicasse all'umanità la grazia della sua passione e mort* * • (W. «u f. 3« » : f. «T«* 11. rap. » <•! ts». * • C«#, rii, t .WM'«, Srraarfa |>trt la <)M mtUnrmmlmr wwa»ria rt " prtiirmlt* rrmrdit» arf rrtrrmmémm rrW.jrt». l'fr. •fax'ialmralr f. 72 « t. ** «•«Iti |rrfrliammir iwal» il «rat* Ir (Wlri 41 K«}*r»n., Srript, «rW. Vva ( Hnur IftUii 1SB « Irla Saar« 1*1 X- * * tjmrdmm «KMairala tmprr nr/araialt—r pmpr ri ewt*» t**** pr r/rl. rr-r* wf» duci. Wrmnmmm 1« i i‘ ij» |V al * Col. /»■/-#> «Mia «'avana! a Roai: ar la o*s»ìa alla rirli'atalr» (*r»«Ì .VnMar I rwlkri. aa <|ni«lanil« rat Un»' nltlrt. i-tr In (»ircrhl lixxttii m * |4ft |ww4MW «abili'* au Ma h-etV * In aironi «wnl>(». ««ni atfamaa. rhr 11 rrpi*«a abbia uria IntlMm «W Sn-unrfu Agnato» ICarla» fomilmrr» ValrM liW, V. a»-'■ w nr Irwi nn !«■«•> «-mUno netta >SM 4»l Mi» «lanari urli ili a il* nova. t>nl i«m> mi pwUrMitl rW iaan>M»rt «alt« «libro IV. 4> c> a ila** Hm> gli liiMarala anno ulrrkri al 1*48