20 le menti degli abitatori, la leggenda attilana (1) più tenacemente visse nutrita di ricca letteratura ; e si conservò ricordo (2) del truce barbaro, profanatore di chiese, di religioni, della romanità, soggiogato solo dalla maestà di un vescovo romano, il vicario di Cristo. Le imprese attilane erano trascorse non senza lasciare profonde tracce; avevano generato anche serie conseguenze. Era storia. La fantasia popolare ingrandì con riflessi terrificanti le rovine compiute e dipinse a tinte oscure le sorti dei fuggiaschi (3). Ma essa anche, nel vario ondeggiare, ingentilì e nobilitò la scena, sfiorando il mondo leggendario iliaco (4) ; trasferì eroi e gesta del mondo troiano, di cui non si ravvisava diretto rapporto con le vicende indigene, sopra la scena della vita municipale e parve quasi desiderosa di accostare la persona di Egidio Gaulo (5), della schiatta di Enea, a quella di re Egidio della leggenda attilana (6). (1) Lo stesso Costantino (De adm. imp., ed. cit., c. 28) annota il nome di Attila, siccome re degli Avari, non quello di Alarico, pur rievocando episodi salienti delle gesta alariciane, e tutte le attribuisce a quello. Traeva notizia di esse dalla storia (da Orosio a Zosimo) ; di Attila invece dalla leggenda. (2) Questa è narrata dapprima, senza ombra di contaminazione, nella prima stesura del cosidetto Chronicon Altinate (cfr. Origo civitatum Italiae, ed. cit., p. 30 sgg.), comunemente nota sotto il nome di Chronicon Oradense (cfr. Cronache veneziane antichissime, ed. Monticolo, p. 19 sgg. ; « Mon. Germ. Hist., Script. », VII, 32 sgg.). Contrariamente all’ asserto del Simonsfeld, del Cipolla e del Monticolo, io credo che il frammento appartenga al sec. XI (« Bol-lett. dell’ Ist. Stor. Italiano e Arch. Murat. », n. 49, p. 19 sgg.). In esso il nome di Attila non figura, ma si allude chiaramente alle distruzioni da lui compiute, come non figura neH’immediato successivo rifacimento della metà del secolo (Origo cit., p. 51, p. 82). Il nome invece compare nella leggenda longinia-na (Origo cit., p. 60), e negli ultimi rifacimenti del sec. XII (Origo cit., p. 154). (3) Se poi fosse vero il sospetto espresso dal Franceschini (Il contributo dell' Italia alla trasmissione del pensiero greco in occidente nei sec. XII - XIII e la questione di Giacomo chierico di Venezia, estr. da « Atti della XXV riunione Soc. It. per Progr. delle Scienze », p. 22) intorno all’antichità da attribuire al frammento preposto alla secunda editio dell’ Origo (p. 48 sgg.), si potrebbe avere il più antico esempio di leggenda veneto-attilana. Ma il Franceschini si domanda se non si tratti piuttosto di una mistificazione tardiva. (4) Origo cit., p. 1, 48, 154, 155. (5) Origo, cit., p. 48, 155, 156, 166, 172. (6) Bertoni-Foligno, La «guerra d'Attila », poema franco-italiano di Nicola da Casola, in «Mem. R. Accad. delle Scienze di Torino», s. II, t. LVI, p. 127.