Elezione di B. Prignano (Urbano VI) l’tì aprile 1378. 121 deve essere stato preso in considerazione da buon numero di cardinali limosini già prima dell’inizio del conclave, quando non poteva ancora farsi parola di una grave pressione da parte del popolo romano:1 ora poi egli fu realmente elevato alla suprema digita dalla maggioranza degli elettori. - Che costoro agissero sotto l'impressione del timore della morte e perciò non liberamente, non può affermarsi con serietà. Una guardia del conclave informa che erano tutti ilari e che si abbracciarono ad elezione compiuta.1 Colla nomina del Prignano, italiano mezzo francese, dal quale forse era da attendersi il ritorno della Santa Sede in Avignone, i cardinali credettero evidentemente di avere corrisposto nel miglior modo ai loro particolari interessi; riflessioni di tal fatta, data la composizione del collegio cardinalizio, furono senza dubbio quelle che propriamente influirono sulla scelta: il riguardo allo schiamazzo del popolo non può essere stato d’importanza decisiva, poiché in questo momento il popolo non chiedeva più un italiano, ni a un romano.* Non tenendo conto alcuno di questo desiderio importuno ed ingiustificato, gli elettori stessi diedero la miglior prova della loro libertà d’azione. Se si fos.se fatta la scelta solo per appagare i turbolenti Romani, certamente si sarebbe proclamato un figlio della città eterna e un membro del collegio cardinalizio, non già un prelato mezzo francese, che si doveva ancora far venire e del quale era tuttavia da ottenersi l’assenso: in quel caso inoltre i cardinali non avrebbero messo tempo in mezzo per comunicare il nome del nuovo papa alla moltitudine e per appagarne così le impazienti richieste.6 Ma questo non avvenne. Dovevano osservarsi tutte le formalità di una regolare elezione : perciò i cardinali anzitutto fecero venire il Prignano e cinque altri prelati. Nel frattempo gli elettori presero il loro cibo,0 il che non indica punto che quei signori si trovassero in pericolo di vita. Presentatosi il nuovo eletto al palazzo, i cardinali si recarono di nuovo nella cappella per la pubblicazione della nomina già avvenuta. Così racconta espressamente il summenzionato conclavista del cardinale de Luna nella lettera scritta tre giorni dopo elezione. «Allora», così prosegue questo informatore del tutto ’ <'fr. Jahk. Wnhl I 'rbang VI 42*.. 47 s. ; Valois 370 e La Frante I, 29. 1 Iji distintone deeli ultramontani è del tutto taciuta nella Drrlnralio dei cardinali. Tuttavia essa è un fatto storico e anzi un fatto di sran peso |>el retto indizio sull’elezione. Lnmim loc. cit. e Hefkì.e VI*. 712 s. si atteneono fer- mamente a questo fatto come Valois 371 e Jahk 35 ss. * Nardus presso Gayet I. IP. J. 10. 4 ffr. le relazioni delle guardie del conclave presso Gayet I. /*. 41 «. e 47 r. * Valois 393. * Rasguaelio del familiare del Cardinal T.una in data 11 aprile 137*. Gatct I P. J. 149.