Canonizzazione dì Bernardino ila Sì«na. Nel corso delle feste di questi grandi giorni Roma non ebbe a mitrare spettacolo più impressionante della moltitudine di pellami, che salivano all'Aracoeli per vedere in quel convento, convertito allora in ospedale. 800 monaci, i quali erano occupati unicamente nellaccogliere e curare infermi, indigeni e stranieri, e che col loro esempio dovettero svegliare anche nelle anime più tepide lo zelo del sacrilicio e della preghiera. Era là. che pel suo raro eroismo nella cura degli ammalati ai distingueva specialmente lo spairnuolo Diego (Didacu*) canonizzato di poi.1 la lieta novella della canonizzazione di Bernardino fu salutata con irìubilo in tutta Italia e il culto di lui prese uno alancio grandioso. Ovunque predicatori senza numero ai diffondevano sulla »ita del Santo. Non vi fu città alcuna, per quanto piccola, che •oo t 'ieggjasse con processioni la canonizzazione : specialmente a Perugia, Bologna e Ferrara e naturalmente poi ad Aquila e Siena queste solennità religiose furono splendide in maniera particolare: •cM'ultima delle città ricordate la canonizzazione venne riprodotta dalle varie arti belle.* Pittori, come il pio Sano di Pietro, •nitori, medaglisti gareggiarono nella rappreaenladotte dei tratti del Santo, consunti e trasfigurati dalla fatica e dalla mortifica-»»«ne.* Poeti, come il Beicari, ne cantarono la gloria. * Certamente ■»•«un santo è stato al popolare in Italia nel Quattrocento come Bernardino. Molto presto sorsero numerose chiede e cappelle dedicate al Santo. • La prima chiesa portante il nome di lui fu edificata >lal 1452 nella città di Aquila, ove mori, e dove oggi pur» ai il sepolcro di Bernardino terminato nel 1506 «I eretto da **> cittadino di là.* Niccolò V promosse anche la canoninaaione di quella Francesca Romana, che. colla pace di Cristo nel cuore. *'eva aleggiato come angelo di pace e di carità selle vie di Roma 1 II. 3K Massi OR. Xftrw «I. * Artm H*mri. lor. rii. ìli: Ultfltti «U0; .Ih Ha*«mirm ma- jMarfc» r'»r 196: Ckntminm Mour *B MlBjtoa» XV. Sto luo«m ~. ha «I» nvala N Ando pi« hrllo a BrtMKlIta a * Marta la Al»«*# rtr. Sta* **"- »ItMrfeM l«a»i 3«. * la fi*«*» « Snw.til H*. ««I *"**»- p li * Va* Al twin o« lYr /Vr la mmrl» 4è r«anw 4‘mm *** ***** rilmmlr (Slroa |«Si * Ka»s « tar. rii.: TSrm li»)«» «ili «. XV l>»; Ibi« tf#4e aMMrata a II**—-ta al USI w ImMI« 11 » IWraantt»« «/al. Itrrur «*»«.» Ha «tal 12 «an> Itin Starai» V “ v»»*< U prnar a.q « wliw» arila taro mMnk aa «*n»cu Mi>su a *Wainil»o: ia«*-ov ai fiaom» nttMaMi la laia» il»«. • fwila ori ***_*• * ìHIj itala ariTAriklfU «Il Klil» la llill, ITaaaa Ina» 1 ,v' »«'»pia arila Biblioteca 41 Hleoa f. /t . 4L * Aria «wa*f. |or. Hi. ni T!R& *tr (vrlntrlawi di «tata 1W1. «3*.