Capitolo IV. RIALTO 1. Il tramutamento di Rialto. — 2. La pax Nicefori. — 8. Contenuto del patto franco-bizantino. — 4. Il governo realtino. — 6. Politica ed economia nello sviluppo della vita veneziana. — 6. Il primo duca di Rialto: Agnello. — 7. Il problema gradense. — 8. Le ultime vicende del patriarca Fortunato. — 9. Congiure interne e minacce esterne. — 10. La sinodo mantovana e le prerogative metropolitane gradensi. — 11. S. Marco. 1. — Sotto la protezione del messo costantinopolitano, Arsafio, da lui ispirato, consigliato e guidato, mentre si svolgevano i negoziati Franchi, era compiuto il nuovo mutamento in Rialto, ultimo del lungo travaglio di assetto interno e di equilibrio esterno (1). Unanime concorso e virtù di popolo raccoglievano in Rialto il destino della nazione. L’isola era diventata meta di tutti i profughi (1) La spedizione pipiniana nella Venezia e nella Dalmazia e l’arrivo della squadra bizantina a difesa delle coste dalmate appartengono ai primi mesi dell’810, presumibilmente al periodo primaverile ; l’impresa si esaurisce nel giro di questo. Dopo la fine della campagna e atteso l’esito di questa, i bizantini rinnovarono dirette trattative con re Pipino, e inviarono una missione alla corte regia : ad essa allude Giovanni Diacono (Chronicon cit., p. 105, e lo stesso re Carlo nella risposta alla missione di Arsafio (Epist. carol., n. 27). Sopravvenuta la morte del re (8 luglio), fece ritorno, e i negoziati furono sospesi (Iohan. Diac., Chronicon, cit., p. 105 : Constantinopolitani missi, qui lune ad eum legationis causa veniebant, morluo ipso, reversi sunt). La missione di Arsafio parti per la Francia tra agosto e settembre, ove pervenne assai prima del mese di ottobre (Cfr. Annales regni Francorum, ed. cit., p. 132 sg.). L’imperatore era assente, e fece ritorno ad Aquisgrana solo in quel mese ; allora diede udienza all’ambascieria orientale paccmque cum Niciforo imperatori fecit (Annales cit., p. 133). La rivoluzione realtina si deve porre verosimilmente nei giorni anteriori al viaggio di Arsafio in Francia. Quando questo arrivò ad Aquisgrana, Obelerio era già esule (Annales cit., p. 133).