II rinascimento letterario in Italia e la Chiesa. 41 t \anni Capistrano e Savonarola.' Se nella vita dell'individuo e .'••ila società la preparazione necessaria ed insieme il primo passo »t-ry» il miglioramento è il conoscerei, allora non può negarsi alta del rinascimento l’attentato che essa abbia coltivato con atn-n rabile sincerità e rettitudine questo conoscimento di se stessa. -' I)a questo punto di vista avrebbe poi da venire modificato anzialmente il giudizio ritenuto in generale sulle condizioni irreligiose, immorali dell’epoca del rinascimento. Come anche da l> vo hanno rilevato i migliori conoscitori della storia italiana è •*<1 «‘jfni modo un errore attribuire un valore di generalizzazione «ite testimonianze che gli umanisti italiani presentano numerose intorno al paganeggiare d’allora. ’ Anche nel pericoloso periodo di * n.Mzione del Quattrocento ai conservò in larga cerchia, dal bor- «-he esercitava mestieri al patriziato urbano, il sentimento 1 'fondamente religioso, che era stato la base del popolo italiano n- medio evo.* Larga porzione del popolo era tuttora intatta dal prr fondo guasto delle caste superiori. Ce lo conferma anche solo uni' -guardo sulla vita di famiglia, per conservare la quale davasi fran peso ad una educazione rigidamente cristiana. Quanto prò-f blamente fosse radicato l’amore alla Chiesa, quanto gli interessi religiosi fossero tuttavia il centro dei pensieri, lo attestano note di arattere affatto privato, lo attcstano principalmente anche i ’“ 'amenti. Le molte confraternite laicali, che abbracciavano tutte indizioni sociali e le rappresentazioni dei misteri, alla cui e Stazione davano il loro contributo i migliori poeti, accendevano «• nutrivano sempre a nuove riprese lo spirito religioso. Un'importante manifestazione della vita religiosa di quel tempo *• ■ °*tituita dall'arte, che in sostanza ha un carattere puramente ristiano. Non mancano in verità dei tralignammti isolati, che W resto solo in parte furono dovuti all'adozione dell’antico, ma * tuttavia innegabile che ¡’immensa dovizia di opere deU’archi* Ottura, scultura e pittura, creata nel Quattrocento dal popolo piò ricco di doti e più gentile d’Europa, rispecchia in maggioranza • 1tr HranaivT l«\ rii. : Kamunt»Ki>>TlM N»! «Mar* «*«r. * UH ««•! «Sci; Ur*n. /.« «•«»•» 3D V. tea!»* ?*«*. Hirl 4* * l imi Frrrirr. «Jrtfrr 4r FKmrmpt 13 n41 l'ari» l«Wi «• firn ts Itisi XVII. ZI «. KrriUm 4, Arw+irm. WMwrati W Vhw tSMZ. I*. )»« **• ntauMM» nur Hf » Kf'* ri «a hr SI.; rfr. 379 • lUt non RrirA riti Ifr hwlt». Si««»* /I 3i t : Curi» II. li»; ** Nwtri. Jtmtrrtm *» i/n» trrà »f«r Xafmiu A' VII. u*r I: Mr*n. I* 14. a i«a • «*r |*> pn«* Sa Ut*. |»tf«-l I la prtart**« te '»* i »»MI tar*> ll.wm ratto SI. «rm Itw, » »Ti » mwtabWF»«» IL W». il wnaw «SaaSo ad **' »»I 41 nll(Mtt la iSt» adta alt». V. «ra aa<*» limi». 23 «