Nepotismo di Calinto III. "rii al palazzo papale i conservatori e i cittadini più ragguardevoli di Roma per ringraziare di tale scelta. In tale circostanza Caliate III rilevò, che quanto a sentimenti e costumi Don Pedro era un italiano e che il medesimo intendeva vivere e morire da cittadino romano. Uno dei conservatori andò si avanti da fare l'osserva? ione, che sperava di vedere presto il nuovo prefetto della città an.-he re di Roma: tutti poi pregarono il papa a confidare a Don Pedro i castelli, che da tempo antico avevano costituito il feudo tk-'Li prefettura. Anche colla deputazione venuta a congratularsi con lui Don Pedro fece risaltare la sua intenzione di essere italiano e di voler vivere in Italia.1 Queste le furono tutte manifestazioni ufficiali. che avvennero per hè tutti sapevano quanto il papa spagnuolo amasse i nepoti. * In realtà il nuovo prefetto della città era a) poco propenso agli Italiani quanto questi a lui. Quasi tutti i nepoti del papa trattavano nel modo il più altezzoso i Romani, i quali per ciò accumularono un odio ardente contro quegli stranieri,* odio che venne a< raduto ancora per la circostanza, che una quantità di lontani {■urenti dei Borja ed altri cacciatori di fortuna accorsero dalla Spagna e dalla mezzo spagnolizzata Napoli ed a Roma come ante nelle province si facevano largo nel modo più importuno. * Avventurieri d'ogni fatta ai raccolsero specialmente attorno al •Ivaggio, cavallerescamente bello Don Pedro Luy*. ' Idi popola-rione indigena designò sprezzantemente tutti questi »Iranirri con un nome comune, quello di Catalani. Ed entro breve tempo furono detti tutti insieme Borja i parenti del papa, che alla maggior '•d ///. H drilli lllbllotrra di «*!«■»■ Kr ««n* »1 cmutralalA «d •po |>rr la n<«»laa <11 Itai ivdn. la ««a • Mirra da ttllaao SI a*»*» IVi Minala all‘ArcM*lo di Miai» I» Mllaa». > * nfopaerlo di i Minar «Ir IkfHI». Kmu 3» »«».al.. 1 fc'.ì (la VWo doro «rol.. Nlaimir all'A rrltlrl» di Stala la t| 11 a a a rtanlta rtw U wtnina mmm-gum «IH ca-*W1! aVTraw II 31 Indio l«S; *. Iluatta. Hrmrr. III. 3Sft » Allori hr> wU'otli«!* drl H” I*U«I IVIro luUy «Alialo rra ft*«r1 di * [*-{ (Mon> • IK>i»rl» di I. dr* l»-mo*l»reti a SU» da Kntna 2S <4-tot.rv |i*,T |f*ad. A. Ili /d drlla 1« i b 11 « I r r a di Hlfial. Im ««alatila di In* Cadrò durA fUan al rmla drtlaaao «twiii» ». * Irtln» di Aat ttuhram (»•«Ulaio« arrklrl* O o « • a * a la Maatovai » itr. m (|Qr«t» fanlo »pwaiwMa la Idra pii torà di Hobrrt« Martrlll tornalo da Roma hi «a * diafani» di XW «I««ki a l'r prora» da Rrmi» 1* I«, dio l«ST lArrhitla di Siala la Mila««*. * Vaiar II W »Yr A««<« l ori** » Madrid ISMn V. 11 * Ha«*. Im n»i> •M#*aola di _ 1 f.(* -I---/tn«aaa • \mpmji la Ufi d 4rm4>aia /’«aIwMM XXIV < Napoli W»i * t* »>«*«* «Miaadi «a limito «Unta* 1*06» » • <~tr Nrurait HI 2 MBS: >«*««• » tuu Tttil»