■2M) Libro II. Capitolo 1. Mariino V. 1117-1 tal. esposte,' cd una nuova preziosa reliquia per suo mezzo vennr » Homa nel 1430, cioè una parte delle ossa di Santa Monica, mai« del grande Agostino. Il papa aveva fatto fare ad Ostia, rie- h* di quei venerabili resti e quando furono giunti a Roma or : *> in S. Trifone una funzione straordinaria: celebrò egli stesso il u» to sacrifìcio e poi agli Eremiti agostiniani, ai quali affidava q . ila sacra cosa ed al popolo affollato nella chiesa indirizzò un con no, vente discorso. Un passo di esso è di speciale interesse pervi» f* vedere che Martino V era tuttavia affatto vergine della tendermi umanistica dell'età sua. Dopo la pittura delle virtù di sa.'.Ut Monica. della sua mansuetudine, della sua pazienza, della sua citudine di madre, che trovò il premio in tanto Aglio, il esclama: ■ Poiché possediamo Agostino che c'importa dell’acutefli di Aristotele, che dell’eloquenza di Platone, che della proti * ili Varrone, della dignitosa severità di Socrate, deU’autorftà uomini: Agostino ci basta. In lui trovano la loro spiegazior. k sentenze dei profeti, gl'inseguimenti degli apostoli, la sacra t>- i-rità della Bibbia. In lui è riunito ciò che costituisce la caratteri- a i In dottrina di tutti i Padri della Chiesa e di tutti i sapienti 3* cerchiamo la verità, l’erudizione e il timore di Dio. chi trover. v> più istruito, più sapiente e per così dire più santo di Agostin Questo discorso è rome la bolla di canonizzazione di santa Mo nira. I.e reliquie della Santa furono sotto Calisto III trasferii a S. Agostino, dove un pio umanista. Maffeo V’egio. le fece coDoc * in un bel sarcofago di marmo bianco nella cappella da lui fonda* %■ Due nobili donne romane aggiunsero il dono di tre lampade dV-gotto dorato, che furono accese davanti le sacre reliquie e d’aH in poi arsero giorno e notte.: bolla mia. ri» In irrartlr la Tradita di mvlltr r. Ilai Ma. H**» tittl li «alai/* tV r-m Omfrnvfc-* ( tnn'trrcrk |HW* »*.; rfr a» I* »>«* ■ *' 107 •» ltlu.tr» 11 nltr * et noto natmw «11 Manina V «tw «11 l>tW II ' *» SUI? 1» Krr, i («Mi. M>l l*®& 1,1. I "fr Mttr gnltrkr. f. io là TV VI. awt; Itmu-i'rn 11 1. «R *. «• 2. ¿ì» Xv*l»rà» f*r Ortré *t> J»4** * <1 V. JKÌ. Hiimi 1. SI. tS<. 31*. #»»#.: II. *“ iw * ». i Hai»«u> It'Jt. ». 1.1 I rfr H.1I MI-K, tir*-* ért hi. UwlK (wn. In) di M. V. 11«*»**'" Mai»» I»») sana». K««rr U Ir»» libami ISMfi > « k Hkmi. I»«"1« 11. Wft Sai di Marti»« V rtr INU. »mH/. lai « yawnr» Ma»»« ' - OmMit 1» «re*. ilv umt «rrtr XI.Il (lfo), 3Mi» la II* Itt i*» Mille «*'t» «•rìtll tiri Viww I» «»or«- di S Uwiir» -f TMkI. Wtnl*rhrtr)nm0 II » 41 » Uimii. I ««b *1»» M iW «ariani taNM*l» i» «««IH • Robmi I» I» * f ui I rti». », t 301411»: 11. TnH Ir rii« ri mlftt» Mltr NMMr Wmt; 1 lllUBIt: M WfH Ir ma ri a*4** Irti«' M«*»ir»r il irttìl H A«rail»<. T # IImmirm tr+mrtmlifmi» ani» f* U I «*••• !«*nll f*|H*r Mmrimm ll«i llrm 4* | llaavi» «•*•« »* «««* P§hrimm pnfrtmm |(W * i JSi MtAkf^llril