424 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo IV. di Alessandro VII, precisamente nell’anno 1666, troviamo un memoriale in cui il segretario di Propaganda, Manfroni, si diffonde intorno ai mezzi atti a ristabilire le missioni dell’india orientale. Da questo si vede in quale stato miserando esse si trovassero, come il popolo fosse ignorante e immorale, il clero secolare e re; lare incapace, trascurato e corrotto. La causa della decadenza, vi si dice, consiste anzitutto in ciò che mancano dei vescovi, per cui, evitando i porti portoghesi, bisognerebbe inviarvi vicari apostolici e nuovi missionari zelanti, specialmente dal seminario di Parigi, ma anche dagli Ordini; gli attaccabrighe e i provocatori di scandalo dovrebbero venir richiamati.1 Mentre in Malacca e in Oeylon (dal 1658) la conquista deirli Olandesi causava una triste tino alle missioni cattoliche,2 con tanta speranza queste si sviluppavano nei regni annamitici dell’india posteriore, nonostante feroci persecuzioni. Nel Tonchino ver-il 1659 si trovavano, secondo le relazioni dei gesuiti, 300.000 cristiani che si distinguevano in tutte le virtù e crescevano o^ni anno di 8 fino a 10.000 ueoconvertiti;3 però nel 1658 vennero cacciati in esilio dal re sei missionari, e nel 1663 i due che ancora restavano.4 Anche alla corte reale della Cocincina scoppiò nel 1663 una persecuzione che si estese a tutto il paese e condii' e all’espulsione dei missionari.5 Tenuto conto delle numerose conversioni, alle quali non bastavano più i troppo pochi lavoratori apostolici, Alessandro VII nel 1659 nominava, colla concessione