268 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo VI. Tale atteggiamento incontrava l'approvazione del Mazzarino. Se costui alla fine del 1645 fece pervenire ai Veneziani 100.000 scudi francesi in segreto, in modo che nemmeno il Grémomille sapeva se si trattasse di un prestito o di un dono,1 tale generosità del ministro francese non aveva evidentemente altro scopo che di guadagnare la repubblica per i suoi piani antispagnuoli in Italia.2 In quanto alla Spagna, verso la fine del 1645 circolava la notizia che fossero in corso dei negoziati per una pace separata colla Porta, eoll’obbligo reciproco di non combattere l’uno contro l’altro. A Poma non si voleva credere ad un simile contegno del re cattolico e lo si disapprovava con ogni energia. Il sospetto, che anche il papa fosse d’accordo con siffatte trattative, venne respinto con indignazione dal segretario di Stato in un dispaccio al nunzio di Venezia del 2 dicembre 1645.* 11 30 ottobre 1645 la fiotta it;» 1 Vedi Daru, Hist. de Ve»lise IV 524. * Cfr. le osservazioni di Battistella a G. Zulias, Le reiasioni tra il cardinale G. Martorino e Venezia, Venezia 1909-11 nella Riv. Stor. XXX 193 s». * « * Ma quando ciò fusile vero, che sia succeduto senza alcuna partecipa-tione di Sua Beat“*', è vero come qualsivoglia articolo di fede, e quando la Santità Sua non fusse in obligo di detestare una simile risolutione, come cai*» della Chiesa, sarebbe stato forzato a farlo per il mero interesse politico, poiché quando il Re Cattolico si togliesse fuori della difesa comune contro il Turco* li Stati della Chiesa resterebbero facilissimamente preda delle forze Turchesi I ■ Oltre mille altre ragioni, che si potriano addurre per levare dalla mente altrui un così spropositato sospetto ...» (Cifra al Nuntio di Venezia del 2 dicembri 1645, Archivio segreto pontificio). Brosch (I 412) scrive: ■ I rapporti del papa colla repubblica dovettero venir radicalmente turbati, quando la Signoria venne a sapere che Innocenzo faceva lavorare alla cori*1 di Madrid perché la Spagna concludesse una pace separata col Turco e con cif> assicurasse le coste di Napoli, come dello Stato pontificio, da ogni atta«-' " turco. Era un piano che mirava al completo isolamento e all'abbandono i' Venezia: un papa che trattava in tal modo la repubblica che si trovava in guerra coU'infedele, non poteva attendersi altro che diffidenza ed esasperazione Per prova segue in calce la nota: * Della cosa ebbe notizia l'ambasciatore vene*“ in Roma per mezzo del cardinal Colonna». «Io mostrai, scrive Giustinian. '! nou poter credere pratiche si empie da Ministri Pontificii. et meno dal pai11 stesso: ma replicò Colonna, che sono pur troppo vere ». Dispaccio da Rom-*' 27 novembre 1649. -1 rch. Ven.: Inquiritori di St., fíi*¡Hiccia dagli Antb‘"' a Ritma. 1628-1649. Ove conduca il metodo cosi preferito dal Brosch a svantaggio dei papi di sfruttare le relazioni partigiatie di ambasciatori veneti, può essere dimostrato nel caso presente in modo iuconfutabile. Innocenzo X era tanto lungi dall'approvare i progetti spaglinoli di sfruttare a proprio vantaggio in modo cori irresponsabile i guai di Venezia (cfr. Zinkkikkn IV 813».) che invece fece di tntto per trattenere Filippo IV e i suoi ministri da un tale agire. Dalla segreteria di Stato il 13 novembre 1649 parti la seguente • Istm ziotie cifrala al nunzio in Veuezia: «... Da MsgT Nuntio in Spagna si continuano le rimostranze a quella Maestà e ministri contro le proposte dello ambasciatore Turco in emecutione degli ordini di Sua Beatw. che li rinoverà con efficaci? sempre maggiore in adempimento della pastorale sua cura e della paterna dilettione verso eotesta República, come da qui acclusa copia di cifra del