Donna Olimpia Maidalchiui Pam fili. 27 benedizione alla nipotina che stava alla finestra, tenuta in braccio dalla sua balia.1 Senza imparar nulla dai guai che s’era tirato addosso Urbano Vili col suo sconfinato nepotismo, ad Innocenzo X non venne neppure in mente l’idea di abolire il posto del Cardinal nepote; posto che sembrava allora indispensabile per tener Corte. La disgrazia di papa Pamfili fu che l’unica persona della sua famiglia che avrebbe posseduto le necessarie qualità per una tale posizione, era una donna: sua cognata Ohmpia Maidalchini-Pamtìli, mentre i nepoti, insigniti l’uno dopo l’altro della porpora, fecero tutti cattiva prova.2 Donna Olimpia Maidalchini, nata nel 1591 in Viterbo3 si era sposata in prime nozze con Paolo Nini, in seconde nozze col fratello maggiore del papa, Pamfilio Pamfili. Da questo ella ebbe nel 1622, un figlio, Camillo, e più tardi due figliole: Maria e Costanza. La prima sposò, ancora avanti l’elevazione di Innocenzo X, il principe Andrea Giustiniani, e Costanza nel 1644 andò sposa del principe Niccolò Ludovisi.4 Ohmpia, i cui lineamenti intelligenti, energici, risoluti, ma tut-l’altro che attraenti, sono riprodotti magnificamente dal busto di Algardi nella galleria Doria,5 era donna di molto talento,® ma estremamente ambiziosa ed avida di dominio.7 Siccome aveva portato in dote un ricco patrimonio, seppe divenire presto la per- 1 Vedi Diario del Deone (Ameyden) in Ciampi 116, n. 1. 2 Vedi Justi II 182. 3 II palazzo gotico di Olimpia a Viterbo costruito come un castello è ora Ospizio degli Esposti. Sulla residenza di campagna di Olimpia in S. Martino al Cimino e la sua decorazione vedi Ciaconius IV 648; Chi.edowski II 246; Ehrle, Spada 11, 13; Ciampi 205; Bussi, Istoria di Viterbo, Roma 1742, p. 331 s. 4 Vedi Ciampi 11 s. Il matrimonio di Costanza venne benedetto dal papa il 21 dicembre 1644 nella Cappella Sistina (Servantius, * Diaria, Archivio segreto pontificio). Al banchetto nuziale nel Palazzo Vecchio presero parte 26 persone fra cui i cardinali Medici, Barberini, Colonna, Orsini e Este. (* Avviso del 24 dicembre 1644, ivi). 5 Cfr. Ciampi 200, e più sotto Capitolo VII; riproduzione in MuSoz 319. Impressione forse ancora più sgradita fa il ritratto di Olimpia con la piccola Olimpiuccia negli appartamenti privati del palazzo Doria-Pamfìli, riprodotto in Chledowski II 236. * Questo è rilevato da tutti i contemporanei; lo accentua molto fortemente anche la * « Instruttione del signor Baili de Valencè, ambasciatore Christ. a Roma al suo successore (1653) », che è molto diffusa come manoscritto (in Roma nella Biblioteca Corsini, Ood. 480; nella Biblioteca Vaticana, Chig. X. IH 88 ; Barb. 53, 32; Ottob. 2175 ; copia anche nella Biblioteca comunale di Verona). Una * Relazione molto diffusa in tre volumi sull’ambascieria romana di Enrico d’Estampes-Valen^ay si trova nella Biblioteca di Lione. Relazioni di Valen^ay in Gérin I e in Chantelauze II 315 ss. 7 Vedi le relazioni veneziane in Berchet II 50, 69 s., 101 s.