120 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo III. loro volle comprarsi il diritto di rimanere al prezzo di rinnegare la propria fede.1 Per salvarsi il Consiglio generale ebbe l’idea di cercarsi un protettore all’estero e a tale scopo inviò, naturalmente invano, ambasciatori a Innocenzo X, Luigi XIV e Filippo IV. Einuccini, di fronte al progetto di un protettorato papale, non aveva preso atteggiamento nè positivo nè negativo, ma il Segretario di Stato 10 invitò2 a far rilevare che, data la gelosia dei principi, la grande distanza e l’esaurimento delle finanze papali, il progetto era inattuabile. Il protettorato francese era desiderato dagli Ormondisti per portare in Inghilterra il principe ereditario, che si tratteneva in Francia presso la regina Enrichetta, e in tal caso Ormond sarebbe stato il suo compagno e la sua guida.® Einuccini era poco contento della scelta degli ambasciatori per la Francia, perchè due di loro, Muskerry e Browne, erano suoi avversari, e solo il terzo, Antrim, era suo partigiano; ottenne però dal Consiglio generale la promessa che nulla avrebbe deciso circa la religione senza la conferma del papa.4 Muskerry e Browne insistettero presso la regina Enrichetta, perchè Ormond venisse nominato luogotenente senza aspettare 11 papa e si approvasse un’intesa fra Inchiquin e gli alleati. La regina diede il suo assenso e impegnò gioielli per il valore di 30.000 sterline in favore di Ormond.5 Inchiquin, finora accanito nemico degli Irlandesi, era passato poco prima, del tutto inaspettatamente, dalla parte del re, e con lui perciò il partito di Ormond pensava di concludere un armistizio. Invano la controparte fece rilevare che proprio adesso era giunto il momento giusto per attaccare e metter fuori di combattimento Inchiquin, e che poi anche gli altri generali del parlamento non avrebbero potuto resistere. Invano Einuccini, che non potè assistere personalmente alle trattative in Kilkenny, espose per iscritto le sue obbiezioni. Malgrado tutto ciò, si venne alla conclusione del fatale trattato che i quat tro arcivescovi dell’Irlanda con dieci vescovi qualificarono come rovina della religione cattolica e dei cattolici nella loro patria. Alla loro ulteriore dichiarazione che nessuno poteva aderire con buona coscienza all’armistizio, il Consiglio supremo rispose coll’ordinare al generalo Preston di procedere con la forza contro chi non obbedisse.® 1 Ivi 442 s., 444 s. » II 22 luglio 1647, in Aiazzi 475 s. * Bellesheim II 447. 1 Gardiner III 355, 413. Dalla regina il nunzio non si attendeva niente: « Quanto alla Regina non bisogna sperar mai da lei se non concetti perniciosi alla religione, poiché è totalmente in mano di Germen [Jermyn], di Digby e d’altri eretici». Il 29 gennaio 1648, in Aiazzi 294. * Gardiner III 414. * Bellesheim II 451 s.