Trattative per un compromesso. 579 indirizzò al Le Tellier. Il ministro si lasciò persuadere facilmente, che tutta la mancanza dei quattro vescovi consisteva esclusivamente in un’imprudenza: essi, cioè, avevano fatto uscire per le 'tampe ciò che altri dicevano solo in scritti non pubblicati. Il Le Tellier, pertanto, non si mostrò contrario ad un accomodamento pacifico del conflitto; solo riteneva, che, essendosi il re impegnato « osi avanti nella faccenda, toccasse ai quattro vescovi di offrirgli una via di uscita onorevole.1 Fu adesso cura del Yialart di trovare una simile via di uscita. Egli conferì specialmente coll’arcivescovo Gondrin di Sens, che aveva rapporti più stretti col Le Tellier ed ebbe da lui l’informazione, che era necessario innanzi tutto far contento il papa, dopodiché il re si sarebbe acquietato senz'altro.5 Venuto il nunzio Bargellini, l’arcivescovo Gondrin l’abbordò e gli rappresentò, quanto sarebbe stato onorevole per il papa e Iter il nunzio stesso dar la pace alla Chiesa francese. Il Bargellini 'i lasciò persuadere facilmente;* e allora il Gondrin passò a trattative ulteriori, la cui prima condizione fu, che a Parigi ed a Roma 'i mantenesse il segreto completo coi gesuiti e perciò anche coll'arcivescovo di Parigi.4 Fu un'accortezza del Gondrin il porre questa condizione, ma fu malaccorto il nunzio ad accettarla, poiché il confessore del re, Annat, era al corrente degli affari gian-'enistici come forse nessuno e sarebbe stato per il Bargellini il consigliere migliore. Come il Gondrin, sinché il Yialart preparò il nunzio, tanto in abboccamenti personali, quanto attraverso il vescovo di Laon, più tardi cardinale d’Estrées, perchè sapeva he il Bargellini era stato indirizzato da Roma per consiglio al vescovo di Laon.5 Come queste trattative col nunzio furono tenute scrupolosamente segrete, così furono celate al nunzio stesso altre trattative, destinate a indurre il capo dei quattro, il vescovo Pavillon, e per •suo mezzo i suoi tre compagni di opinione, a una qualche arrendevolezza. Yialart di Chàlons scrisse in proposito a Choiseul di 1 [Varet] I 216 s. 1 Ivi 218. * Ivi 218-222. * [Varet] I 222; [Di'mas] lì 186: Rapin III 4.54, 475. * Bargellini a Rospigliosi in data 21 agosto lb68: [nonostante i miei stretti rapporti col-l'Aimat] nè esso, nè alcuno della congregatone [dei gesuiti] è consapevole del segreto; e * 7 settembre 1668; Passando questo affare con somma segretezza tra il He, li ministri, li vescovi scelti per mezzani et me, non devo participarlo :i M. arcivescovo di Tolosa nè al P. Annat (Xuiuiat. di Francia, loc. cit.). - Come il nunzio * scrive il 4 settembre 1668, l’Annat esortava anche allora •ili’« ardore »; oltre la sottoscrizione era necessario « qualche atto di peni-tenzia publica » (ivi). * [Varet] I 223, 224.