28 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo I. sona principale della famiglia Pamfili. Al suo cognato prete, Giambattista, essa fornì i mezzi pecuniari indispensabili per far carriera, cosicché questi si sentiva obbligato a mostrarle molta riconoscenza. L’influsso, che essa esercitava su di lui, durò anche quando Giambattista dovette abbandonare Roma: tanto come nunzio a Napoli, come quando nella stessa qualità fu a Madrid, egli mantenne frequente carteggio coll’intelligente cognata;1 da Madrid anzi le mandò una volta in dono alcuni oggetti di lusso e dei bicchieri.2 Non può quindi recar meraviglia che Ohmpia, quando suo cognato divenne papa, salisse a grande importanza.3 Ohmpia, riferisce l’ambasciatore florentino l’il febbraio 1645, guadagna giornalmente sempre più influenza; essa vede il papa ogni due giorni e tutti si rivolgono a lei.4 Non mancavano però anche dei nemici, che facevano circolare a voce e in iscritto delle notizie così cattive, che Olimpia se ne lagnò presso il governatore di Roma, in seguito a che fu fatto un certo numero di arresti.6 Gli scritti diffamatori continuarono però a circolare.6 Scrittori posteriori hanno lavorato di fantasia sui rapporti del papa con sua cognata, rappresentandoli come illeciti. Queste sono calunnie: le migliori fonti dimostrano che in tutto questo romanzo non c’è di vero nemmeno una parola.7 L’eccessivo influsso però che Olimpia 1 Una parte di queste * Lettere originali in «Lettere del card. G. B. Pam-fili T. 4 nell’ Archivio Doria-Pamfili in Roma; fra esse si trova anche una lettera in data, Napoli 15 febbraio 1625 in parte cifrata. 8 * « Invio a V. S. certe galantarie e de’ vetri ». Lettera da Madrid, in data maggio 1627, ivi. * Il principe Andrea Giustiniani, marito di sua figlia Maria, divenne già il 5 ottobre 1644 castellano di Castel S. Angelo; vedi Pagliucchi II 77 s. ‘Archivio di Stato in Firenze, Lett. di Roma F. 3373. 5 * Relazione dell’ambasciatore fiorentino del 24 giugno 1645, ivi. • Una di queste pubblicazioni portava il titolo: «La Olimpiade del governo del pontefice Innocenzo X ». * Relazioni dell’ambasciatore fiorentino del 26 giugno, 1° e 23 luglio 1645, loc. cit. 7 Già Nicerone (Notizie di scritti di celebri dotti, III 326) designa come un romanzo e come uu noioso libello la « Vita di Donna Olimpia Maidalchini del Guai.di (Cosmopoli 1666, poi ristampata spesso, ultimamente ancora a Roma nel 1849 [!], per opora di Renodlt in Leida 1666, tradotta anche in francese). Tuttavia Schròckh (Kirchenyesch. Ili, Lipsia 1805, 393) credette di dover ritenere per vera la narrazione principale, perchè nessuno l’avrebbe seriamente contestata. Rankf. (Ili 172 *) le dedicò una breve discussione critica col risultato surriferito. Cfr. ora anche E. Rossi nella rivista Roma V (1927) 385 ss., ove a pag. 391 s., vengono lumeggiate anche le invenzioni di Ameyden (cfr. su Ameyden quanto è stato detto nel vol. XIII 1013 s.). Ademollo (I narratori delia vita di Donna O. P., in Rassegna settimanale, 1878, n. 6 pag. 94 s.) ha del resto constatato che il vero autore della suaccennata vita è il Gualdi, non G. Leti, ciò che venne rilevato nello stesso tempo anche da Dcbarry (La belle sœur d'un Pape, Parigi 1878). Come Dubarry scrisse su Olimpia un romanzo, anche Delécluze, il quale si basa sopra una