58 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo II. fatto. Per l’opinione comune che Innocenzo X fosse ispanofìlo questi diplomatici avevano solo del sarcasmo.1 Due erano specialmente le vertenze nelle quali si voleva vedere una particolare simpatia di Innocenzo X per la Spagna: la sua posizione di fronte al Portogallo e il suo contegno durante l'insurrezione napoletana. Innocenzo X aveva fatto parte sotto Urbano Vili della Congregazione che doveva occuparsi degli affari dei Portoghesi.2 Per lui quindi la questione se la Santa Sede dovesse concedere il riconoscimento e il diritto di nominare i vescovi a re Giovanni IV di Braganza, che il Portogallo si era prescelto come sovrano dopo ottant’anni di dipendenza dalla Spagna, non era una questione nuova. In Portogallo si voleva sapere se sotto Urbano Vili il Cardinal Parafili fosse stato favorevole ad un compromesso.3 Al principio del 1645 comparve in Roma come inviato del clero portoghese Nicolò Monteiro, priore di Sodofeita, allo scopo di ottenere che Giovanni IV potesse far le nomine ai vescovadi vacanti.4 Si voleva con ciò ottenere il riconoscimento di Giovanni come re del Portogallo, cosa contro la quale la Spagna faceva la più energica opposizione. Il papa pensò bene di separare il lato politico della vertenza da quello ecclesiastico e voleva perciò nominare egli stesso come Capo della Chiesa e di motu proprio i vescovi, senza fare accenno al’diritto regio di nomina. Conseguentemente nel maggio del 1645 provvide motti proprio ai vescovadi vacanti di Guarda, Miranda e Viseu.5 La Spagna non aveva nessun diritto di lamentarsi di * Vedi ivi. 8 Cfr. la presente Opera, voi. XIII 733 ss. * Vedi * Cifra del succollettore Girolamo Battaglia, in data, Lisbona, 28 aprile 1645, Nunziat. di Portogallo 24, Archivio segreto pontificio. 4 Vedi Ademollo, Indipendenza portoghese 67. 5 Vedi * Acta consist., Barb. 2918, P. 1, Biblioteca Vaticana. Cfr. Fea, Nullità delle amministrazioni capitolari abusive, Roma 1815, 76. La notizia del passo del papa * «fu inteso con qualche comotione», riferisce il nunzio a Napoli Altieri il 23 maggio 1645, Archivio Altieri iu Roma XX. A. 3. Il segretario di Stato ’scriveva il 29 maggio 1645 a Rinuccini sul contegno del papa: « Hanno procurato questi signori ministri del Re di Spagna di far che N. S. si astenesse da ogni sorte di propositione, mentre non si proseguiva nel possesso, che tuttavia dicono che civilmente ritiene il Re loro nella provista di quelle Chiese; ma N. S. ha voluto in questo sodisfare alla propria coscienza e al precetto di Christo signor nostro: Pasce oves meas, senza riparare ad altro interesse humano, e le ha proposto come di suo proprio moto. Subodoratasi la risolutione dai signori cardinali spagnuoli, si come poi si è veduto, dovettero havere per bene di non intervenire quella mattina nel concistoro, per non esser posti in necessità di approvare questa risolutione, che essi impugnavano, lodando la provista, come è solito di farsi nella provisione di tutti li vescovati, e disapprovandola per non intaccare il rispetto et la riverenza dovuta a Nostro Signore. Di tutto questo si dà parte