I due prelati ni scusano. 24!* cattolico e ancora meno un vescovo può richiamarsi a privilegi. Iicl resto egli, come intemunzio, doveva soltanto eseguire l’incarico del papa, un procuratore dei vescovi presso la Santa Sede avrebbe potuto rappresentare la loro causa meglio di lui.1 Ora i due prelati presentarono in Roma le scuse di non poter inviare un rappresentante;* ma le scuse non vennero accettate: quindi segui «■almente l’applicazione delle sanzioni comminate.3 11 papa nota in proposito di non aver voluto tollerare che vescovi, i «piali nella loro consacrazione hanno fatto un particolare giuramento verso il papa, si sottraggano, sotto futili pretesti, all’obbedienza.4 L’internunzio delle Fiandre ebbe notizia della sentenza papale contro i due per mezzo del nunzio di Venezia, ma il documento stesso venne sequestrato ai confini della Champagne dall’esercito del principe di ('ondò4 e appena il 22 febbraio 1653 Mangelli poteva dare assicurazione di averlo ricevuto.6 L’esecuzione della sentenza |M*rò incontrò difficoltà. Alcun tempo prima, il 14 settembre 1652, il membro più anziano del consiglio privato arciducale, Bereul, aveva detto aH’internunzio d'allora, Bichi, che il consiglio privato imponeva ai vescovi di rinunziare alla via giudiziaria per invocare 1» grazia del papa e che i vescovi si erano con ciò dichiarati d’accordo;7 ma la lettera allora progettata per il papa non fu compilata e alcuni mesi più tardi il concilio del Brabante era di nuovo di altra opinione. L'arciduca dichiarò aU’internunzio che, nò la sua propria autorità arciducale, nò quella del Re potrebbe indurre il consiglio del Brabante a permettere ai vescovi d’inviare a Roma un procuratore. Piuttosto che lasciare intaccare i loro privilegi, '•ssi disdirebbero ogni obbedienza alla Sede apostolica con gran danno del Papa e del Re; con la maniera forte contro i vescovi non si potrà conseguire altro.® Codeste erano parole gravi! Eppure 1 * Mannelli al rard. Barberini e all'Inquisizione il 3 agosto 1652, ivi. * * Mangelli il 7 settembre 1652, ivi. * * Il 10 ottobre 1052, spedito a Maugelli il 21, ivi. Stampa del decreto, colla data del 1» dicembre 1652, in Flecry LXI 766 s. * • 19 ottobre 1652, Excerpta, loc. cit. * Rapix II 31. * « * Excerpta ex cttdice 8. Ofticii, cuiut interi/il io : Acta in /frigio circa 1 onthlulioncm tìomnanlcm S pmpotitionet Itìntemi a. 1653 1656». Acta in OaUiit circa Conutitntionem praefatam a. 1653- 16.r>ti ». Carte dell’Ere- dità Schili. 5 « * Che con humilissime preghiere *i gettino alli piedi di S. S., implo. rando la patema Sua misericordia, lanciando da parte ogni altera giustiflcat ione. ‘ he o per se stesso o per mezzo de procuratore si |>otesse (are e, promettendo ubbidire ad ogni comandamento di S. B. » Ivi. * « • Che nè l'autorità del Sr Archiduca né dei ministri del Re nè del Re niedesimo bastava per indurre il Consiglio di Brabante a |»ermettere che si faccia dai vescovi la deputai ione del procuratore in Roma, apresa da loro per contraria e derogatoria ai loro prìvilegii. e che più tosto perderanno la totale