Ponti della storia di Cristina di Svezia. 337 tempo sulla narrazione storica. Ma dinnanzi ad una approfondita indagine, questi tentativi di spiegazione si riducono al niente: nessun’ombra di prova esiste che Cristina sia stata una perfida ipocrita. Oggi nessuno storico serio afferma che essa non abbia compiuto il più grave passo della sua vita per vera convinzione.1 Un gran numero di fonti eccellenti e degne di fede rendono possibile di fissare la lunga e difficile via che la iifrlia di Gustavo Adolfo dovette percorrere, fino al suo ritorno alla Chiesa cattolica, coinè pure i veri motivi che a ciò la decisero.* 1 In modo particolarmente energico si sono espressi in tale riguardo M Landau (nel supplemento alla Allgem. Zeitung. 1893, n. 296), Illl.DT iti), Xavenne (I 205) e Bai» (p. x), il quale ultimo nota contro Fryxell chi- niente è così sicuro quanto la sincerità della conversione di Cristina. La migliore esposizione sui motivi della conversione di Cristina è ancora l i calma Argomentazione di Grauert (II 59 ss.), In essa si dimostra che l'affermazione, »ver la regina accettata la religione cattolica senza convinzione, manca totalmente di prove di fatto. * Le fonti principali sono le * Relazioni dei Gesuiti che parteciparono in minio eminente alla converzione: Padre Ma links edito prima presso Arckkn-iioi.ti IV 382 ss., ap. X. 27, poi una seconda copia dell’Archi vio di 'tato in Parma nell'Areh. d. Soc. Rom. XXXII 252 ss., ove però, » p.tg. 257 IVa riga, invece di € generale» si deve leggere « Glicine« »; altra «•"pia nella Biblioteca universitaria di Bologna) e P. Ca-•-*11 parzialmente in Ranke III 61 s., 183* s., totalmente dall'A r e h i v i o <1 i Stato in Modena [sotto in Appendice n. 3]). A questo si aggiungono le due * Relazioni a propria giustificazione del novembre e dicembre l&>5(in Arckenholtz I 511 ss., II 129 ss., App. n. 70) e Tassai preziosa narrazione del PallavicinO basata sulle fonti (I 240 ss.). Delle nuove descrizioni la migliore è quella di Grauert (II 18 ss.), Qui (pag. 32, 42, 44, 63, 435, 437 lianke viene corretto molte volte e particolarmente viene respinta ¡’atlirmazionè sicuramente falsa dello storico berlinese, non confortata da ne^una fonte, che * Cristina avesse spesso confessato di non poter provare protestantesimo alcun errore nelle cose della fede ». Benché (¡raL'ert »'•use inconfutabilmente dimostrato che questa affermazione si fonda su un malinteso di una costruzione grammaticale, accaduto ad Arckenholtz — in sgomento vedi ancora Sciiauerte. Christine ron Schweden, Friburgo 1890 93 -IUxke uelle edizioni posteriori ha soltanto cancellato la parola « spesso • da h¡> aggiunta del tutto arbitrariamente, ma del resto ha ripetuta la sua affermarne la quale, per quanto sia piena di spirito, mostra tuttavia chiaramente un rf,rto imbarazzo. Egli non accenna neppur con una parola alle zelanti ricerche ‘h Cristina. La sua inclinazione per il cattoliciamo la dice «inesplicabile», la *** avversione contro il protestantesimo è da lui fatta derivare da un «sentíanlo in origine, che non si sarebbe svolto, ma solo per le circostanze auinen-’ato ». Nel passo della regina egli non cerca motivi e prove di natura religiosa; •jrgDgiio, mille incidenti, attrazione del contrario, del quale essa avrebbe avuto *°lo una oscura idea, il bisogno di una devozione femminile ad una autorità "‘fallibile avrebbero portato alla deliberazione, la quale cosi deve puitroppo nrnanere un indovinello. Anche F. V. Bain (Chrirttrui, Londra 1890, xm *.), *i associa a Grauert contro Ranke. Gelier (Getck. Schiceiknr, III 419».), °°n offre sui motivi della conversione, e il suo continuatore Carlsox (IV, 1 ss.) *tti motivi dell'abdicazione, niente di importante. Paho*. Storia dti rapi. XIV. 22