466 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo V. per sempre deciso, qualora fosse riuscito di guadagnare i suoi capi. Già subito dopo la condanna di Arnauld vennero fatti in tal senso dei tentativi. Munito di una commendatizia del vescovo Enrico Arnauld il genovese Fronteau si offerse all’assemblea del clero'come mediatore, ma Antonio Arnauld lo respinse ben presto.1 Nell’anno seguente 1657 trattò un dottor De la Haye presso il nunzio e il]decano Deslions di Senlis presso i dottori della Sorbona.2 Da Eoma Rancati si sforzò ripetutamente di far recapitare nelle mani di Arnauld per vie indirette delle lettere che lo invitavano a cambiar strada.31 tentativi furono vani. Di fronte a De la Haye Arnauld4 assicurò invero di essere pronto a far tutto quello che stava in suo potere e di voler piuttosto morire mille volte che ribellarsi alla Chiesa Romana e, circa il fatto, di non contradiri} alle bolle. Di fronte a Rancati egli arrivò perfino ad affermare di non aver mai difeso apertamente Giansenio, di non aver mai tacciato d’errore le bolle papali e, con riguardo al fatto, d’aver mostrato il più grande rispetto possibde verso di esse.5 Nello stesso tempo si dichiarò per una concezione delle cinque proposizioni condannate, la quale sembrava appoggiarsi alla dottrina della grazia dei domenicani. Rancati attinse da ciò speranza e consigliò Arnauld 6 a rivolgersi direttamente al Papa con un indirizzo di devozione. Ma questa speranza fu vana. Arnauld pregò Rancati di non assumere la mediazione e rifiutò di scrivere direttamente al Papa,7 affermando di non voler fare l’ipocrita. Per la stessa ragione egli respinse il pensiero della conciliazione con la Sorbona.8 Bisogna, così scriveva ad un amico di partito,9 insistere sulla difesa del Giansenio, poiché questa trincea è imprendibile e non bisogna lasciarsi atterrire dalle autorità che gli si oppongono. 1 Cochin 335 ss., ove anche (337 ss.), sui passi di Rancati ed intorno a « Crevàus ». 2 Arnauld il 20 agosto e 21 dicembre 1657 (Œuvres I 165, 178). 3 « Crevàus » a Enrico Arnauld il 23 giugno 1659, ivi 189; Rancati a De la Mirande il 29 ottobre 1661, ivi 280. Seguenot invia la lettera a Enrico Arnauld, ivi 285, questi a D’Andilly, a cui risponde Antonio Arnauld il 29 dicembre 1661 e 21 marzo 1662, ivi 288, 296. ‘ Ivi 176. 6 « Ego quanto religiosior, qui nec Jansenium aperte defendi, nec errorem facti Pontificiis Constitutionibus imputavi, denique is semper venerationem praestiti, etiam in facto, quae nulla maior a catholicis theologis exigitur »• Il 21 agosto 1659, ivi 195 s. 6 «Crevàus» a Enrico Arnauld il 24 novembre 1659, ivi 198. 7 A. Enrico Arnauld il 26 gennaio 1660, ivi 200 ss. 8 A. Deslions il 27 gennaio 1661, ivi 225-230. 9 A. Hermant nel febbraio 1661, ivi 231.