376 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo III. aveva rappresentato il Re cristianissimo nella capitale del mondo cattolico. Il Papa, che scrisse amichevolmente a Luigi XIV per l’invio del Créqui,1 fece ricevere l’ambasciatore con tutti gli onori del caso. Quello che si proponeva il Signore di Francia con l’invio di un ambasciatore risulta chiaro dalla sua istruzione e dalla sua appendice segreta.2 I)a ogni riga di questi documenti parla il docile discepolo di Mazzarino, il quale aveva inoculato nel giovane re diffidenza ed odio contro la Santa Sede e contro Colui che in quell’epoca la reggeva. D’intorno a Luigi tali sentimenti venivano alimentati da Lionne, reggente il ministero degli esteri, che era pieno di livore e di vendetta per la sua antecedente fallita missione romana. Siccome il Papa, così veniva detto nell’istruzione, si è lamentato per la mancanza di un ambasciatore francese, veniva inviato il duca; non si doveva però aggiungere alcuna parola di scusa o ili deplorazione per la lunga interruzione dei rapporti normali di-plomatici, ma osservare soltanto che il suo invio era stato ritardalo da interessi di Stato. Nello stesso tempo Créqui ebbe l’ordine 'li aggiungere subito per il papa un’offesa sensibile. Come primo di tutti i re, Luigi XIV elevò la pretesa che i nepoti civili di Alessandro VII dovessero fare al rappresentante della Francia la prima visita. In seguito a ciò i Chigi non poterono partecipare al ricevimento del Créqui. Solo per finta si dava al nuovo ambasciatore l’autorizzazione di concludere col Papa e coi principi cattolici una lega contro i Turchi, poiché in realtà Créqui, come prima D’Aubeville, ebbe l’incarico di non lasciarla giungere a maturazione; in ciò però egli doveva procedere in modo che tale scopo non venisse nemmeno sospettato. Non v’è dubbio che i negoziati per la lega in Roni i dovevano solo velare gl’intrighi che Luigi XIV tramava, con * Vedi il ’Breve «lei 5 giugno 1662 iu Epist. VI—Vili, Archivi"' segreto pontificio. s Vedi Hanotaux, Recueil. Roma I 98 s.; Gékin I 283 ss. Mouy parte dall'errore fondamentale che Luigi XIV7, coll’invio del Créqui, avesse voluto raggiungere onestamente un accordo fra la monarchia e la Santa Sede, (II 427'. deve però ammettere egli stesso, «che non era stato felice nella scelta del »**■» agente» (ivi 422). Le comunicazioni di Gérin dagli Archivi per gl* affari esteri di Palici sono più copiose che piesso Mouy, perciò presso di lui la politica di Luigi XIV è posta sotto più viva luce; Valori-duraturo, per i suoi documenti ed altre informazioni possiede la llittoirc de* desniéle's de la cour de France aree la cour de Rome au su jet de V affaire de* Cortes (1707) compilata dal segretario privato di Créqui, KegMìik Di ' MAJtvlS. Ira le raccolte di manoscritti comprendenti documenti e lettere sul conflitto, nominiamo: Aix, Biblioteca Méyanes Cod. 279-280; Spoleto, Archivio Campello; Firenze, Biblioteca n a z » o • naie Cod. Capponi-, Monaco, Biblioteca di Stato Cod. Hai. 808;