Restauro della Basilica Lateranense. merito quello d’aver dato l’ordino di conservare, nel restauro della basilica lateranense, quanto più fosse possibile di antico edificio. In causa di ciò le misure fondamentali non vennero mutate e nessun muro venne abbattuto; rimasero, fin cli’em possibile, i pilastri e la facciata orientale di Costantino per intiero. Oli affreschi di Gentile da Fabriano e del Pisanello caddero vittima della ricostruzione, ma invece fu salvato il soffitto a cassettoni di legno che era stato eseguito sotto Pio IV sul progetto di Daniele da Volterra.1 Data però l’incapacità di quel tempo di concepire l'antico nella sua essenza e di crearlo di nuovo, dell’aspetto di una vecchia basilica nella ricostruzione del Borro mini rimase poco più di questo.* A parte ciò, bisogna ammettere che venne creato un interno straordinariamente festoso e splendido, nel quale il Borromini si dimostrò quéU’insuperabile maestro dello spazio che era.3 I canonici della basilica, che prima avevano nut rito •lei timori per il santuario, furono ora molto soddisfatti e decisero di onorare Innocenzo X coH'erigergli un busto di bronzo.4 La memoria di papa Pamtìli vive anche nelle iscrizioni e nel grande stemma sopra l’atrio interno.6 La ricostruzione della basilica lateranense venne eseguita così rapidamente • che nella sua parte sostanziale era tiuita già al principio del giubileo del 1650.’ I pellegrini poterono già ammirare jdi altorilievi eseguiti in stucco fra i pilastri su disegni dell’Algardi; 1 Vedi Eggek loc. cit., 150 s.; DvOKÀK, Fr. Borromini alt Rrstaurator "i Kunttgrtch. Jnhrb. dell’ i. r. co missione per lo studio e la «innervazione «lei monumenti artistici e storici I (1907), Beibl. jiir Denkmalpflcge 89 s.; K. ' **>irer nelIVaM. tler preux*. KuntUamml, XL.Il (1921) •'>•’>• Ciampi 306; Magxi, li ¿(iiorni a Roma 1, Torino 1911. 93. * l’LATNER III 1, 527. Cfr. Brini.kmann 83; D. Krky, Bramami»» St. l’eUr t-nlvurf. Vienna 1915, 90. Una veduta dell'antica basilica lateranense prima *b 1 restauro di Borromini, circa il 1046, in S. Martino ai Monti, riprodotta da 730 e in Mèi. d'arch. V 379 w. (1114). ’ (¿indizio di Pnilak in Thiexe IV 370. Cfr. MuSoz, Roma 280 r., o Bor. r*«mi 8. * * .Inwo del 7 settembre 1i»47, Archivio segreto pontificio. * Vedi Forcella VIII 01 ss.; Guidi, Borromini 0O ss., (con illustr.). * * « Con celerità non credibile e senza risparmio alcuno » si dice nelle ^’tizic marginali a Brl’SOXI, llist. d'Italia nell'A rchivio Dori» Pam-‘d* i n Roma 93-46 pag. 121. Similmente anche la * Vita d’I.inocenzo X, t'r*. Nel luglio 1649 Innocenzo X si recò al I.alerano « per veder la labriea » * leeone, nel Cod. XX. III 21 della Biblioteca Casanatense in K o ni a . : Vedi Egoek loc. cit., 161. Cfr. ancora intorno ai lavori Ras PONI, k«*»!. Laiaan., Romae 1657, ?7. 39; CkbsCIMBENI. Stato d. chicta lxttrran, •¡orna 1723, 2 (cfr. 92 sulla ringhiera attorno al tabernacolo, colle teste degli *lH*toli; Ciampi 300; Lauer 331 Hempku Borromini (1924 ) 91 Eiikle, '¡■oda 15. Cfr. anche Magni, Barocco 93.