582 Clemente IX (1667-1609). Capitolo II. e anche gli Ordini, con un cambiamento della loro attitudine, si troverebbero in tutt’altra condizione. Per verità ogni intervento del papa, com’egli dice in seguito, fu impedito al tempo di Ale-sandro VII, allorché la religione in Francia minacciò di perdersi. Gli amici della Santa Sede sono stati altresì insufficientemente rimunerati, mentre almeno in Bretagna la disposizione delle prebende non era limitata dal Concordato. Otto giorni dopo questa relazione1 il Bargellini è pieno di sp< ranza in un buon esito della cosa: il re vuole farla finita. Il nunzio seguirà fedelmente l’istruzione romana; solo pare più vantaggioso per il prestigio della Santa Sede, che la «sottoscrizione sincera dei quattro vescovi e la loro lettera al papa abbiano luogo solo dopoché la commissione pontificia abbia inviato loro la sua citazione. Per quanto poco si possa cavare dalle relazioni cifrate del Bargellini circa il compromesso, pure egli era effettivamente acquisito a questo; e ora occorreva affrettarsi per condurre tutto in porto. Poiché la Commissione pontificia dei vescovi era riunita già quasi al completo,® e sebbene si sapesse persuadere sotto ogni sorta di pretesti il presidente, l’arcivescovo di Tolosa, a procrastinare il dibattimento, pure non era possibile che l’inizio del processo si facesse aspettare più a lungo. Il Le Tellier pertanto propose di stendere subito a Parigi la minuta della lettera, con cui i quattro vescovi, conforme agli accordi, dovevano dare notizia ai papa delPawenuta sottoscrizione del formulario.3 Ciò, per verità, era contro l’intesa col Pavillon, il quale si era riservato espressamente, che, salvo i quattro, nessuno avesse da decidere sul tenore di quella dichiarazione di obbedienza.4 Ma, a prescindere da altre considerazioni, si aveva a disposizione a Parigi l’Amauld, che era stato precisamente l’autore dell’ultima lettera del Pavillon,5 ed occorreva una penna abile per un documento, che, per dir così, doveva avere 1111 doppio senso. Il papa doveva trarne la cornili zione, che i quattro vescovi avessero sottoscritto senza aggiunte e riserve; d’altro lato i quattro non volevano, che venisse data effettivamente una simile assicurazione. È caratteristico per la conformazione spirituale dei giansenisti e per la loro posizione rispetto alla Santa Sede il fatto, che durante la preparazione dell’indegno doppio giuoco essi riboccano costantemente di proteste della loro A eracità e « sincerità cristiana >.6 Questi gallicani 1 * Il 27 luglio 1(508, ivi. a [Varet] II 140. * Ivi 145. * Cfr. sopra p. 280. 1 [Varet] II 149. * Come dice il giansenista Varet (Il 147): non vi doveva essere nella lettera nulla, « ni qui put ou offenser le Pape, ou blesser la delicates.se de con-