Pi ostacola la condanna del libro di Arnauld su la Comunione frequente 175- \ enne in seguito dimostrò che bisognava in ciò usare dei riguardi.1 Quando Abra de Raconis scrisse al papa, egli venne incolpato nell'assemblea del clero francese del 1625 di aver accusato falsamente i suoi colleghi in episcopato; e il suo arcivescovo venne incaricato di procedere contro di lui. In sostanza De Raconis mantenne quanto aveva scritto, ma dovette però lasciar cadere alcune espressioni.2 I vescovi che avevano approvato il libro sulla Comunione scrissero il 20 luglio 1645 di nuovo a Roma3 in un tono che non dimostra affatto il desiderio di venir istruiti dalla Sede Apostolica.4 Essi presuppongono come dato, che il libro di Arnauld faccia giornalmente sempre più bene; che il suo autore sia da lodarsi e i Gesuiti da biasimarsi e, dichiarando come loro rappresentante Bourgeois, domandano una decisione pontificia in questo senso. Una seconda lettera ad Innocenzo X del 2 maggio 1646 è dello stesso tono. De Raconis, in seguito alla sua relazione a Roma, aveva ricevuto come risposti!, un Breve,6 il quale però, come una lettera contemporanea all’arcivescovo di Sens,6 il capo dei vescovi protettori di Arnauld, si conteneva in termini soltanto generici. Tuttavia nella seconda letterade Raconis7 viene aggredito in termini violenti per il passo da lui fatto a Roma; •li nuovo viene considerato come sottinteso che il libro di Arnauld sia incensurabile e i suoi avversari persone maligne; si finisce poi coll’invitare il papa a levare finalmente la sua voce contro chi veniva così gravemente calunniato. Vero è che quest’ultima lettera a Innocenzo X era sottoscritta oramai da solo 12 vescovi, poiché le lacune che la morte causava nelle loro file non venivano riempite. Più amaramente ancora dovevano i firmatari sentire il fatto che il loro capo, Ottavio de Bellegarde, arcivescovo di •sens, sul letto di morte aveva abbandonato il giansenismo ed 1 Grimaldi * scrive già il 19 aprile 1644 al Segretario di Stato: « Mi sento >n obligo di rappresentare a V. E. che trovandosi impiegati oltre 20 dottori di Sorbona 15 prelati, e fra questi alcuni dei più affezionati alla S. Sede et in reputazione di maggior probità,quali conforme mi hanno detto, vivono con speranza che non si farà alcuna proibizione del medesimo libro, la quale non può seguire senza prejudicio della loro reputazione, che prima non sieno avvisati per poter render ragione della loro approvazione. Biblioteca Angelica in Roma S. 3. 1. * Arnauld, Oeuvres XXVI lii. 3 Ivi XXVIII 647. * Cfr. l’editore delle opere di Arnauld (XXVI xlvii): « Loin de demander un jugement sur le livre de la Fréquente Communion, ils reconoissoient que ce jugement étoit déjà porté en sa faveur par leurs approbations, et ils le confir-■noient de nouveau etc. ». * * Del 22 ottobre 1646, in Innocenta X Epist. II—III (Segretario Gaspare de Simeonibus) pag. 88, Archivio segreto pontificio. * Arnauld loc. cit. 649. 7 Ivi 650.