176 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo V. aveva incaricato i suoi intimi di informare il papa dei pericolosi progetti, che aveva accarezzato il Saint-Cyran; progetti che i suoi discepoli si sforzavano di attuare.1 Ciò nonostante, in un certo senso, tutti i vescovi dell’assembea del clero si posero dalla parte dei firmatari, inviando al nunzio una deputazione per lagnarsi delle lettera del de Raconis,2 il q usile accusava i vescovi francesi di favorire l’errore e di attizzare la discordia. Tanto Bagno che Panciroli tentavano di calmarli con assicurazioni generiche.3 Tutto ciò doveva far nascere in Roma l’opinione che non convenisse stuzzicare i vescovi francesi, tanto più che il fedele Habert aveva espresso il timore che l’assemblea del clero potesse confermare 1’« Augustinus » del Giansenio.4 Anche un memoriale del cardinale de Lugo 5 sconsiglia l’uso di mezzi radicali, onde non spingere a troppo aperta ribellione un partito che per il momento si professa ancora cattolico. Siccome proprio adesso esso si sforza d’interpretare le sue manifestazioni in senso cattolico, il papa dovrebbe piuttosto prenderlo in parola e in un’esortazione alla concordia rilevare i punti che neH’ammi-nistrazione del sacramento della penitenza e dell’eucaristia sono da riguardarsi come fissi da tutti i cattolici; per esempio che nessuna legge ancora in vigore prescrive di eseguire la penitenza prima dell’assoluzione del confessore o impone la penitenza pubblica per peccati segreti. Tutte queste proposizioni - Lugo ne adduce sei - paiono in Arnauld in alcuni passi negate, in altri però ammesse; si dovrebbe perciò impegnarlo a professarle apertamente nell’edizioni posteriori del suo libro e anche ad attenuare l’elogio del Giansenio, per quanto riguarda la sua opera scientifica. Accanto ai punti fissi per l’amministrazione dei due sacramenti ci sono altre cose su cui non è possibile stabilire una regola fissa generale; questi vanno riservati nei singoli casi alla decisione del confessore, come, per esempio, la frequenza dei sacramenti. Senonchè a Roma non si voleva arrivare nemmeno al punto che aveva consigliato il Lugo. Prima che si decidesse sulla comunione frequente, si dovette arrivare all’anno 1679, e si dovette 1 Df, Meyer 356. Il nunzio Bagno inviò il 26 marzo 1648 questa dichiarazione a Roma. Ivi. a Dietro decisione del 6 febbraio 1646. Con questo chiariremo la notizia esagerata che all’anno 1650 abbiamo nel * Diario deU’Ameyden: (Barb. 4819 pag. 107) « Incomincia dar pensiero la controversia Janseniana prendendo piede in Francia e stando per questa parte la maggior parte de’ vescovi di quel regno, ove sono depositati ducentomila scudi per istampare tutto quello che verrà scritto per questa opinione: cosa che potrà cagionare turbolenze grandi », Biblioteca Vaticana. 3 De Meyer 434. 4 Ivi 184. 5 Ivi Lammer, Meletemata 391 ss.