Roma e gli intrighi di I’ürstenberg. 411 «Iella sua Chiesa. Ove poteva, aizzava in segreto contro la Santa 8ede. Le sue mene non sfuggirono al nunzio di Colonia, il quale già nel febbraio 1660 riferiva che i piani del Fiirstenberg miravano a por fine a ogni influsso della Santa Sede sulle condizioni ecclesiastiche della Germania, e anzitutto a togliere alla Curia ogni influsso sulla nomina dei vescovi tedeschi.1 Siccome non il principe elettore, che era uomo pio, ma debole, distribuiva i benefici, ma il Fiirsten-licrg, che spesso ne assegnava ad indegni, in Roma si stabili che di qui innanzi tali assegnazioni si facessero col concorso del nunzio. Il principe elettore, provocato da ciò, accolse il progetto del Fiirsten-l>crg di convocare un concilio nazionale tedesco per combattere i soprusi di Roma » il quale avrebbe poi dovuto fare causa comune coi gallicani francesi. Ma perciò non trovò l’assenso dell’imperatore che capì l'intrigo, mentre non pare che l’arcivescovo «li Magonza si sia mostrato mal disposto, benché anch'egli, come Luigi XIV, riconoscesse la difficoltà di unire uomini ed interessi cosi diversi. Nel marzo 1661 caddero in mano del nunzio ili Colonia, •Marco Gallio, dei documenti compromettenti a tale riguardo, ed ••irli li mandò subito a Roma.* Poco dopo il nunzio in Vienna, • arlo Carafa,3 e poi anche quello di Colonia, ebbero notizia di un altro documento, in base al quale l'arcivescovo di Magonza d’accordo con quello di Colonia e di Treviri e coi re di Francia e Spagna aveva fatto fare al papa la proposta di un’unione coi protestanti. In un sinodo di 24 persone di entrambi le confessioni l’unione si sarebbe dovuta raggiungere nel senso che si fosse concessa la Messa in lingua tedesca, la comunione sotto ambedue le specie, il matrimonio per i sacerdoti, e l’abolizione della confessione auricolare. Con ogni probabilità queste rivelazioni vennero fatte cadere in mano dei nunzi intenzionalmente, onde esercitare su terreno politico ecclesiastico una pressione sulla Santa Sede. Questo scopo però non venne raggiunto, che in Roma ili fronte a tali minacce "i mantenne un'imperturbabile tranquillità.* Quanto poco (pii si pensasse a tali concessioni, seppe l’arcivescovo di .Magonza allora, 'piando trattò con la città di Francoforte per un ritorno di quei protestanti alla Chiesa. Il cardinale segretario di Stato, Chigi, rispose 1 Vedi Mentz II 176; cfr. LeVINSOH, Xantialurberichte I 709, 716 8. 1 Vedi Mextz II 178 s., 183 ». Cfr. anche GciirìL'KR, Schrillen von I^ribniU li 341. * Annunzio del suo invio in un * Breve all’arcivescovo di Salisburgo, in data 24 agosto 1658, nel quale Carafa viene qualificato come« praesul summa pietate, prudentia et generis claritudine praestans ».Archivio concistoriale in Salisburgo. * Vedi Cruiser, Commercium epistolare Leibnitii 411 8.; GciIRAUER loc.