Il libro di Giorgio Pirot in difesa della casistica. 497 -è tutta la corrente dell’opinione comune. Il superiore della provincia parigina dell’ordine rifiutò il permesso di stampa ma lo concesse il generale dei gesuiti, indottovi dall’assistente francese, ( he era un amico di Pirot. Ancora indugiava il provinciale a permetterne la stampa, poiché i gesuiti più capaci di Parigi erano contrari, ma alla fine cedette. Sul finire del 1657 il libro comparve e scatenò una nuova tempesta contro i gesuiti e la loro dottrina, perchè naturalmente ora si credeva di aver in mano la prova che essi professavano veramente le proposizioni attaccate da Pascal.1 Per un intiero anno si susseguettero in massa i fogli volanti, e di nuovo levarono il loro lamento i parroci di Parigi e Rouen e di molte altre diocesi. Dopo che i vescovi di Tulle e di Orléans ebbero dato l’esempio, dal settembre 1658 fino al maggio seguente non passò mese in cui non comparissero una o più condanne episcopali contro Pirot.2 Alcuni dei vescovi condannano fra le altre proposizioni anche il probabilismo, altri lo qualificano come fonte di tutto il male.3 Alle condanne vescovili s’aggiunse ¡1 l’I agosto .1659 anche quella dell’inquisizione romana.4 Contro la condanna di Pirot per parte di circa 20 vescovi si sarebbe potuto opporre che gli altri 100 vescovi della Francia tacevano. Ma ora sette anni più tardi comparve in Lione l’edizione francese di un libro spagnuolo che ravvivò di nuovo l’incendio appena spento. Un domenicano spagnuolo aveva infatti pubblicato nel 1654 a Coimbra un libro contro la dottrina morale dei gesuiti. Contro di lui si elevò nel 1657 il gesuita Mateo De Moya >otto il pseudonimo di Amadeus Guimenius cercando di dimostrare clie le proposizioni incriminate non venivano insegnate da gesuiti o almeno non da loro soli ma anche specialmente da domenicani. Disgraziatamente, però, egli volle anche scusare o giustificare 'Ielle cose che non meritavano scusa.5 Il 3 febbraio 1665 la Sorbona si levò coi termini più aspri contro il De Moya; per lei esso è un nemico mortale della quiete 'Iella Chiesa, un difensore d’ogni specie di delitti e di orrori.6 La censura ammette che De Moya talvolta ripudia espressamente le proposizioni da lui citate; ma, così viene opposto, per lui ogni proposizione che viene insegnata da maestri reputati è considerata come probabile; con ciò tutte le proposizioni del suo libro vengono dichiarate probabili; tutte perciò vengono condannate dalla fa- 1 Rapin III 14-16. s Degert 409 ss.; Sowmervogel VI 857-863. 3 Degert 411. * Reusch 486. * Astráin VI 150; Degert 411 ss.; Reusch 497; Der Pin III 178-345; b Argextré III 1, 106-114; III 2, 352 ss.; Sommervogel V 1349-1355. ' Du Pin 274. Pastor, Storia dei Papi, XIV. 32