496 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo V. cramenti alla Chiesa e alla gerarchia.1 Sembra che questi scritti abbiano raggiunto il loro scopo: almeno i gesuiti nel conflitto con l’università ebbero la peggio. Siccome tutti i campioni dei dottori parigini, Herinant, Saint-Amour, Arnauld erano capi giansenisti, le loro pubbMcazioni possono considerarsi come un’offensiva del partito. Quando riuscì, i giansenisti tacquero sulla morale dei gesuiti. Allora si era molto inaspriti contro loro, ma non in causa della loro morale, bensì perchè erano accusati di aver tra sportato in Ispagna grande quantità di cereali e d’aver con ciò causata la carestia.2 Gli scritti di Hermant potranno avere influito sullo stato d’animo anche del popolo minuto, ma il lavoro scici: tifico di Arnauld non ebbe alcun successo, anzi dal parlamento «li Bordeaux venne condannato al rogo.3 Un cambiamento subentro solo quando le accuse di Arnauld vennero da Pascal rifuse nella forma dilettevole delle sue lettere provinciali. Ora nel clero divampò l’indignazione. Era appena comparsa la settima lettera prò vinciale che i parroci di Parigi esigettero che si condannassero le proposizioni attaccate o le lettere provinciali. Non si potè tuttavia sottoporre la questione ad un esame, perchè allora Parigi era senza arcivescovo. Ma ecco che si levarono anche i parroci di Rouen. sunteggiarono il contenuto delle lettere provinciali in 38 proposi zioni e invitarono i loro colleghi di Parigi ad unirsi ai loro sforzi per ottenerne la condanna.4 Da Parigi l’invito venne trasmesso ai parroci di altre città 5 e l’assemblea del clero, allora riunita, venne pregata d’intervenire contro le proposizioni incriminate e ancora più contro il probabilismo, colpa di tutto il male. L’as semblea del clero non accolse questa preghiera, ma si limitò ad ordinare la ristampa e la diffusione dell’istruzione di san Carlo Borromeo come norma per i confessori.6 Con ciò l’attacco al probabilismo sarebbe stato respinto. Ma a questo punto furono i gesuiti stessi a venire in aiuto dei loro avversari con una grande imprudenza. Uno di loro, Giorgio Pi rot, dotto canonista, scrisse una difesa molto inabile dei casisti, nella quale ritornò sopra le cose che Pascal aveva messe in ridicolo e cercò di giustificarle, benché nel far ciò avesse contro di 1 La theologie morale des Jésuites. Extraict fidellement de leurs livres, Parigi 1643, 1644 (Œuvres XXIX 1 ss.). Sulle fonti per lo scritto di Arnauld cfr. De Meyer, 510-549. 1 Ivi 383. Amwles de la Société de soi-disans Jésuites IV 884 ss., V 1 " 5 Come contenente «des faussetés et des impostures» (De Meyer 391 4 Arnauld, Œuvres XXX Xin. 5 [Min'ard], Divers écrits des curés de Paris, Rouen, Revers, Amiens, Erre» ' et Lisieux contre la morale des Jésuites (loc. cit.) 1762; Annales de la Soci»'1' des soi-disans Jésuites IV 843 ss. nuova ristampa negli opuscoli tendenziosi di Récalde. * Degert 406 ss.