La potenza dei fautori dei giansenisti in Fiandra. 233" Ma lo sperato intervento del re si fece attendere a lungo. Si arrivò al dicembre, prima che Filippo IV, reduce dalla sua campagna in Catalogna, manifestasse finalmente il suo stupore1 che i suoi ordini fossero così male eseguiti. Nel frattempo i giansenist i avevano messo in moto tutte le leve perchè nelle Fiandre la questione fosse differita. Prima tentarono di far passare Yan Caelen come vescovo di Roermond, sperando con ciò di occupare iu altra cosa l'intemunzio e distorre così la sua attenzione. Lo stesso Yan ('aelen trattò con Bichi per la sua promozione e si dichiarò anche pronto l'8 gennaio 1646 a fare una dichiarazione giurata di obbedienza verso il papa.* Ma il sospetto contro la sua ortodossia non venne meno; si apri un vero processo giudiziario, nel quale otto testimoni deposero che Van Caelen aderiva a dottrine condannate dal papa; ma la cosa venne messa in tacere per riguardo al Farci vescovo e al presidente, ai torbidi guerreschi e per i rumori che se ne potevano temere.* La speranza principale dei giansenisti rimaneva l’università, l'na volta essa deliberò4 che Boonen dovesse esigere una dichiarazione pontificia nel senso che la dottrina di sant’Agostino non era condannata e che m'\VAugu*1inux del Giansenio non s’insegnavano delle proposizioni dal papa condannate; due giorni più tardi volevano dal re un’adunanza di vescovi sotto la presidenza dell’arcivescovo di Malines.* I loro veri sentimenti però si palesarono nell» riunione di Giamberghe; essi dichiararono di non voler ammettere che fiiaiisenio avesse insegnato proposizioni condannate; non doversi alla Bolla di Urbano Vili obbedienza, perchè il papa in questioni di fatto non è infallibile.* Quando finalmente giunse la lettera nella quale il re in data ’ dicembre esprimeva il suo stupore, che dal 30 gennaio dello *tw>so anno in qua, l'esecuzione «lei suoi ordini non avesse fatto * 11 7 dicembre 1646. in Rapin I 154. * * Bichi il 4 novembre 1645 (Ltilert f. 2U) e 13 granaio 1646 (ivi t. 30, Archivio »«greto pontificio). Van Caelen dichiarò l’S gennaio 1646 con giuramento innanzi aU’intemunzio e a testimoni che per devozione verso il papa egli aveva per sempre rinunciato alla lettura del Giansenio. ma rhe rimaneva ancor sempre dell'opinione che la dottrina del (ìiansenio era quella di »ani-Agostino. Istrumento notarile su questa dichiarazione nel Coi. l’rtucki. (senza segnatura) f. 461 ss. Biblioteca dell'Anima in Roma. Il 2S marzo I64H egli si rifiatò di prestare un altro giuramento richiestogli dal Hichi e rinunciò al vescovado di Roermond. Ivi f. 477. * Rapi* I 156. * L'8 giugno 1646, ivi 150. * Ivi. * Ivi, 153: "Bichi 1*8 settembre 1646, Ltilert t. 30, loc. cit. — che il «Jan-•enio non difende le propositioni dannate nella bolla, che non sono obligati nelle cose che concernono il fallo a cattivar l'intelletto in obseqtiium fidei ». Ivi.