66 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo II. chiamarono in aiuto l’ambizioso duca Enrico II di Guisa, che si trovava a Roma per sollecitare l’annullamento del suo matrimonio. Guisa ha poi affermato di essere stato incoraggiato dal papa a mettersi alla testa degli insorti. Quest’affermazione del Guisa venne ripetuta anche recentemente, benché già il Siri, non certo sospetto di benevolenza per il papa, l’abbia dichiarata falsa.1 In realtà lo stato d’animo del papa era allora tutt’altro che favorevole ai Francesi.2 Proprio di quei giorni (novembre 1647) viene riferita una espressione di Innocenzo X, il quale avrebbe detto che tutto quello che la Francia guadagnava era una perdita per la Chiesa romana, poiché la Santa Sede poteva contare con sicurezza solo sulla Spagna.3 Questa espressione ci è trasmessa soltanto da parte spagnuola, quindi è giustamente sospetta; vi è però in essa un certo nocciolo di verità, perchè Innocenzo X temeva, ora come per l’innanzi, sopra ogni altro, il suo antico avversario Mazzarino. Egli preferiva perciò la signoria degli Spagnuoli in Napoli a quella dei Francesi.4 Le trattative che nella primavera del 1648 il Cardinal Grimaldi, a lui così ostile, e Du Plessis-Be-sangon conducevano in Napoli per incarico di Mazzarino, gli dovevano incutere profonda diffidenza. Non si trattava in esse di consolidare quella repubblica o di procurarne la signoria al Guisa, ambizioso e malfido; ma il proposito di Mazzarino era di far passare la corona di Napoli dal re di Spagna al suo discepolo Luigi XIV, che vantava su ciò molteplici diritti.5 Senonchè tale piano, la cui riuscita sarebbe stata d’importanza storica, doveva completamente fallire. Il 30 gennaio 1648 la Spagna aveva fatto pace con la repubblica dei Paesi Bassi. Sicura da questa parte, essa sperava di poter continuare la lotta contro la Francia con migliori prospettive di successo. Il 5 aprile riuscì agli Spagnuoli d’impadronirsi nuovamente di Napoli, ove il nuovo viceré Onate, finora ambasciatore a Roma, e salutato da Innocenzo X con grandi speranze,6 ristabilì ad eque condizioni la sovranità di Filippo IV. Il Guisa era stato così imprudente d’abbandonare la città per una spedizione contro l’isola di Nisida; ora pensava di riparare negli Abruzzi, ma finì presso Capua nelle mani degli Spagnuoli.7 Mazzarino tuttavia non abban- 1 Siri. Mercurio, Casale 1668, 520, contro Meni, de feu M. le due de Guise Parigi 1668. 1 Zòpffel-Benrath in IIerzog, RealenzyMopadie IX (1901) 142. 3 Vedi Deone (Ameyden) in Ciampi 38. * Vedi Giustinian in Berchet, Spagna II 182. Cfr. Visco 72. s Vedi Ranke, loc. cit. 179; Visco 73. * Vedi Visco 94. 7 Cfr. Loiseleur et Bagtiknaci.t de Fuciiesse. L'expédition du Bue de Gitine à Naplex, Parigi 1875; Cakutti in Arch. slor. Hai., 3, Serie XXII 497 s. Quanto fossero antispagnuoli la maggior parte dei cardinali risulta dal fatto