208 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo V. (li esprimersi liberamente innanzi ai cardinali e ai consultori. Ma, come comunicò il cardinale Spada il 27 gennaio ai cardinali della Congregazione, Saint-Amour e i suoi compagni insistevano per comparire in una congregazione ove fosse permesso il contradit-torio; nello stesso tempo rinnovavano le loro rimostranze contro Albizzi, nè volevano che nella Congregazione vi fosse alcun Gesuita.1 Perciò essi non comparvero innanzi ai cardinali. Hallier invece i suoi compagni dichiararono di esser venuti a Roma per trovan i ammaestramento e di esser pronti ad obbedire alla Congregazione.2 Hallier tenne poi innanzi ai cardinali e ai qualificatori un forte discorso contro i giansenisti.3 « Noi prendiamo la parola per la Chiesa di Dio contro i perturbatori della pace, per la fede contro i novatori, per le istituzioni ecclesiastiche contro uomini inquieti ». Contenere le cinque proposizioni, anche se con diverse parole, il pensiero vero del Giansenio, risultando dai suoi due principi fondamentali, la negazione cioè della grazia sufficiente e la irresistibilità della grazia. Che gli avversari attribuiscano alle proposizioni un molteplice significato, ciò avviene per velare l’eresia: poiché non v’ò forse proposizione eretica che non si possa in ter -petrare in qualche senso come giusta. Il partito nega a Eoma d'essere giansenista, mentre a Parigi ha stampato per Giansenio tre apologie e molti altri libri. Nonostante l’ostilità contro i moli-nisti, essi non possono richiamarsi ai tomisti. Dopo Hallier parlò Joisel sulle innovazioni dei giansenisti sul terreno della morale e della disciplina ecclesiastica e .fece uno schizzo di tutta l’attività della setta fino dai suoi inizi. Lagault finalmente si diffuse attorno al pericolo del giansenismo per la Chiesa.4 I delegati giansenisti invece si limitarono in questo frattempo e in seguito a cercare amicizie col far visita ai cardinali. Così il 14 febbraio presentarono le loro vecchie richieste al cardinale Chigi e le sostennero anche in una supplica al papa, del 17 febbraio.6 Nell’aprile 1653 vennero loro dei rinforzi da Parigi; uno di loro, infatti, Brouse era scappato da Roma prima che venisse la stagione calda e con una strana scelta fu inviato in sua vece l’oratoriano Desinare«, al quale per il suo giansenismo era stato inibito di predicare, e Manessier al quale per le stesse ragioni era stato proibito d’insegnare.8 Ma anche i nuovi arrivati nella udienza avuta presso il papa il 4 maggio 1653 nulla ottennero; * Schili. 473 s.; Rapin I 499. * Rapix I 474. * * Excerpta, Biblioteca Angelica in Roma S. 3. 1 f-931-943. 4 Lettera di Lagault del 27 gennaio 1653 in Rapin II 44 del 24 mar*<> 1653, ivi 48. deH'ainbasciatore francese del 3 febbraio, ivi 51 ». * Saist-Amodr 393 s., 396. * Ivi 428; Rapix II 23, 85.