CAPITOLO Y. I torlndi giansenisti in Francia e nei Paesi Bassi. I. Per porre un termine ai dubbi e alle cavillazioni, Innocenzo X con un Breve del 29 settembre 1654, aveva spiegata la sua condanna delle celebri cinque proposizioni gianseniste, nel senso, che la sua sentenza intendeva colpire dottrine, che erano contenute nell’ « Augustinus » del Giansenio. Ma quando poco dopo la morte del Papa, il 15 gennaio 1655, Mazzarino presentò quel Breve a 15 vescovi presenti a Parigi, esso non venne accolto con piena soddisfazione, precisamente perchè il Papa dava in esso una semplice dichiarazione, e non una dichiarazione in forza della sua piena e suprema potestà 1 Tuttavia la riunione fu del parere che l’effetto sarebbe stato favorevole, purché il decreto papale venisse firmato in tutta la Francia. Il parlamento invero sollevò contro un’eccezione, poiché il nuovo Breve esigeva l’accettazione del decreto dell’Inquisizione, del 23 aprile 1654, contro pubblicazioni gianseniste, mentre l’Inquisizione in Francia non era riconosciuta. Senonchè il re girò questa difficoltà, emanando egli stesso, in forza della pienezza dei suoi poteri, una interdizione di tutti gli scritti giansenisti. I quindici prelati invitarono con una circolare tutti i vescovi francesi a sottoscrivere la Costituzione, con la condanna delle cinque proposizioni, il Breve dii 29 settembre 1654, ed inoltre ancora un formulario, che metteva espressamente a carico del Giansenio le cinque proposizioni, mettendo fuori causa sant’Agostino. Con ciò compare nel suo primo abbozzo e per la prima volta il formulario, intorno al quale si svolgerà poi tutto l’ulteriore conflitto giansenista. I quindici vescovi non godevano il prestigio necessario per indurre tutti i loro confratelli ad un unanime precedimento. 1 Gerberon II 248 ss.