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Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo III.
mente la protesta papale non ebbe conseguenze. L’Imperatore Ferdinando ITI proibì di diffonderla1 e dei prelati tedeschi l’arcivescovo di Treviri fu il primo, ma anche l’ultimo a pubblicarla.2 Anche molti teologi opinarono che la reiezione papale della pace poteva avere in pratica solo il significato di censura o disapprovazione.3
   I	protestanti, nonostante i grandi successi che aveva loro recato la pace di Vestfalia, di tali convenzioni non erano però ancora contenti. Da una parte si lamentavano del limite che il mantenimento della riserva ecclesiastica opponeva ad ulteriori secolarizzazioni, dall’altra si dolevano della disposizione che riguardava i protestanti nei paesi imperiali ereditari. Quando l’imperatore incominciò l’attuazione di essa coll’editto di religione del 4 gennaio 1652,4 da parte protestante risonarono vivaci lagnanze e proteste, che vennero in discussione nella seguente dieta dell’impero a Ratisbona, la prima dopo la conclusione della pace.
   A tale riunione venne delegato come rappresentante del papa il nuovo nunzio di Vienna, Scipione d’Elce, arcivescovo di Pisa, ed ottimo uomo,5 che ebbe l’incarico d’impedire ulteriori danni alla causa cattolica.® In questo senso nell’aprile 1653 venne inviata una lettera monitoria anche all’imperatore.7 Alla fine di agosto,
capo di altra istituzione potrebbe tralasciare senza tirarsi addosso il rimprovero di aver trascurato il proprio dovere ». Hiltebrandt die e (Quellen und Forschungen XI 321) che la protesta di Innocenzo X «dal punto di vista della Curia »’intendeva da sè ». Vedi anche Erdmannsdörkfer, Deutsche Gesch. I, Stoccarda 1892, 6 s., e Pflugk-Hartung, Weltgeschichte Neuzeit II 101 s.
1 Meiern VI 794. Quando il nunzio in Vienna consegnò la protesta all’im-
peratore, parve del resto all’ambasciatore veneziano « che non mal volentieri
la ricevè » (Fontes rer. Austr. Dipl. XXVI 395).
    a Baus Sötern I 291.
5	Döllinger, Kirche und Kirchen 62; Hbrgenrother Kirchengeschichte
III	744.
    *	Cfr. Wiedemann V 25 s.; Menzel VIII 277 s.; Grünhagen II 318 s.; Stieve, Abhandlungn 293 s.; Lehmann, Preussen I 55 s.
    s Cfr. Fontes rer. Austr. Dipl. XXVI 406. In Roma Ferdinando III non aveva, già da lungo tempo, un ambasciatore. I rapporti delle due corti non erano intensi; vedi ivi 396.
    *	Cfr. la * Relazione di Elee, in data. Ratisbona 1653 aprile 28. Darb. 6112 pag. 41 ss. Biblioteca Vaticana. Copia di tutte le * Relazioni di Elee dal 1652 fino al 1657 anche nel 33 D. 19-20 della Biblioteca Corsini in Roma (cfr. Lämmer, Zur Kirchengesch. 170 s.,), e in Barb. 6109-6112, loc. cit. Nel secondo codice pag. 132 ss.: * « Osservazioni hist. delle cose più notabili occorse in Germania et alla corte dell’imperatore durante la nunziatura di Msgr. arcivescovo di Pisa». Vedi anche Friedensburg, Regesten VI 103, 105, 107, 110 s. Elee, * Diarium nuntiat, apud iinperatorem 1652-1658 in Fa/. 10423, pag. 105 sino al 318. Biblioteca Vaticana.
*	Lettere di Elee, durante la sua nunziatura nel Faf. 10440 loc. cit..
    7	Vedi la * Relazione di Elee del 7 aprile 1653, Biblioteca Corsini in Roma loc. cit.