Condanna delle cinque proposizioni. 211 amianto che la condanna di queste sole proposizioni non implica un'approvazione di altre opinioni nel libro del Giansenio.1 Fu merito personalissimo di Innocenzo X se questa costituzione era finalmente venuta alla luce. Quando egli esaminò dappresso la questione giansenista, si convinse presto dell’importanza profonda di questo movimento che intaccava il nocciolo più intimo del cristianesimo e tentava di trapiantare il pensiero di Calvino su terreno cattolico, in una forma meno affinata. Fu cosa inaudita per Roma che il papa ordinasse per ogni settimana due sedute della Congregazione dei cardinali. Tutto quello che si poteva fare, cosi egli disse, bisognava fosse fatto ed egli agì secondo questo principio; tutti i mezzi che servassero per arrivare ad una decisione, tale da non lasciare alcuna ragione per contraddire, dovevano venir applicati. Tutte le università d’Europa dovettero dare il loro parere, i migliori teologi romani di tutti gli Ordini vennero chiamati e fra essi due Domenicani e Agostiniani sui quali non era da presupporsi qualsiasi influsso a favore del molinismo.2 Durante la congregazione cardinalizia Innocenzo X si faceva informare tutte le sere dal cardinale Chigi per due e anche tre ore.3 Nelle ultime congregazioni che vennero tenute in sua presenza egli ascoltò o?ni volta per quattro ore con attenzione costante e respinse la raccomandazione di sua cognata Olimpia: che vedesse di risparmiare la sua salute. All’ambasciatore francese egli disse perfino che si sentirebbe felice di dare in questo lavoro la sua vita per la fede.4 1 Bull, Rom. XV 720. Gli * Excerpta della Biblioteca Angelica in Roma '■ 3, 1 contengono alla fine due abbozzi della costituzione. Varianti dal testo stampato ; al principio ; « inter alias eius pravas opiniones » ; nella censura 'IfUa prima proposizione manca: « haereticam » la censura della quinta proposizione suona: «liane propositionem impiam, blaspbematn... declarainus uti talem damnamug *; l’ultimo capoverso: « Non intendentes » manca. Brevi di accompagno per l'imperatore, per la Spagna, per la Polonia, per I impero, per il luogotenente del Belgio, per la Baviera, per la Francia in Inno-rrntii X Epist. IX 168 ss., 177; * risposte a ringraziamenti: ai vescovi di Meaux •I<“1 13 settembre, Grenoble e Noyon del 29 settembre, Sarlat del 13 dicembre 1663. Tutte del 21 marzo 1654 ivi X nn. 16, 22, 23, 52, 93; al dei-ano del capitolo di Poitiers del 9 ottobre 1653 ivi, n. 28, all’università di Douai e l’oitiers ivi 95. Archivio segreto pontificio. 1 Lettere di Lagault del 20 novembre 1652, in Rapin II 11 nota; rfr. 2, 35. * Lagault il 20 gennaio 1653, ivi 34, nota; cfr. 35 ove Rapin dice: « L’on *"t qu’il se faisoit rendre compte deux fois la semaine, en deux heures •* chaque fois par le card. Chigi ». * Ivi 73; Lagault il 17 marzo 1653, ivi 68. Nota. Anche Albizzi scrive: ’in quibus [session¡bus] maxima cum attentione et patientia semper fere per quatuor horas SS. D. N. adstitit» (in SemI.I. 488). «Il est attentif à tout c<‘ qu'on lui dit, n’interrompt personne (Lagault, loc. cit.). Cfr. Lagault e Rallier a Vincenzo de Paoli il 14 e 16 giugno 1653, in Coste IV 607 ss., 610sg.