Il nunzio Mangelli e le lotte giansenistiche. 259 che negli anni antecedenti le dispute all'università erano state piene zeppe di questioni che riguardavano (¡iansenio; ma da sette mesi non si sente più un iota nelle dispute e in c iò vede un sintomo preoccupante: è infatti certo che gli aderenti del Qiansenio pensano che il suo libro sia stato condannato ingiustamente e che nella sua dottrina non trovano altro che la dottrina di Agostino. Un memoriale1 esprime il desiderio che, siccome all’università la Facoltà teologica in senso stretto era « sorgente inesauribile di errori », 'i faccia qui pulizia radicale, non coll’esigere un giuramento, poiché i giansenisti hanno già troppe volte rese inefficaci tali misure con ogni specie d’interpretazioni - ma chiedendo conto ;*i professori del giansenismo, e deponendo i sospetti. In genere il memoriale desidera una visita papale e reale delle università, come venne compiuta già nell’anno 1617. Mangelli era pienamente d’accordo con queste proposte. Egli propose a Roma come visitatori il vescovo di Boermond e il vescovo nominato di Anversa, il domenicano Capello.1 Anche di fronte all’arciduca egli accentuò la necessità della visita e dell’allontanamento di tre o quattro zelanti.* Ma in Roma non si volle sapere ili una procedura così energica e si proibì perfino all’internunzio •li parlare ancora di visita.4 Mangelli stesso ammise alla fine * che in Lovanio si erano difese delle tesi delle quali lo strettamente ortodosso Sebi Ile, un domenicano, ed altri teologi erano contenti. Nè v’erano stati raggiri nel senso che si fosse dato maggior rilievo alle proposizioni proibite e si fossero oppugnati solo tiepidamente gli argomenti in contrario. Indubbiamente il meglio sarebbe che si potesse seppellire il conflitto in eterno oblìo. Certo che vi sono alcuni i quali non cessano di conservare ed alimentare i residui del giansenismo, così scriveva Mangelli, benché dovesse condurre un’inchiesta sopra tesi assai equivoche del professor Van Werm.* Se il giansenismo era penetrato cosi largamente nelle università, non c’è da meravigliarsi che l’internunzio ricevesse notizia di espressioni scandalose da parte di qualche parroco.7 Anche alcuni 1 domenicani gli davano delle preoccupazioni o contro di essi cercò di far intervenire il loro generale.* Non era nemmeno del tutto 1 Di Hchuga t (v. »opra p. 253, n. 2). * * II 17 gennaio 1654, Excerpta, loc. cit. * * Il 17 ottobre 1654. ivi. 4 * Mangelli il 16 gennaio 1655, ivi. * * Lettera al caidinale Albini del 13 marzo 1655, ivi. * Del 29 agosto 1654 * Mangelli il 16 e 23 gennaio 1655, ivi. ’ * Lo stesso il 25 ottobre, 15 novembre, 13 dicembre 1653, e 17 gen-o»io 1654. ivi. * * Lo stesso il 17 gennaio, 7 febbraio e 7 marzo 1654, ivi.