260 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo V. tranquillo per le antiche difficoltà nell’Ordine degli Agostiniani.» Invece il professore di teologia Valentino Randoutt di Donai, ricevette un apposito Breve di lode per i suoi meriti nella causi» giansenista.2 Speciale attenzione dedicò naturalmente Mangelli al contegno dell’arcivescovo Boonen di Malines. Già dopo la comparsa della Bolla di Innocenzo X l’internunzio seppe da Bruxelles che Boonen aveva convocato i giansenisti a consiglio.* Quando in Lovanio, dopo la morte di Fromond,4 doveva diventare decano di S. Pietro un avversario dei giansenisti,5 Boonen tirava in lungo. Mangelli lo incalzava, perchè fin»» a tanto che non avesse fatto pubblicamente qualche cosa di impressionante contro i giansenisti, costoro si vanterebbero sempre della sua protezione. Ma, come già spesso, egli ricevette anche questa volta in risposta che la Bolla era pub blicata, non incontrava contraddizione e che egli non era stato giansenista e che aveva solo desiderato che si purgasse da errori l’opera del Giausenio.6 Restava particolarmente sospetto il fatto che l’arcivescovo non interveniva là dove sarebbe stato necessario.7 Per incarico di Roma, Mangelli gli chiese perciò di punire cinque sacerdoti giansenisti, ma non ottenne che frasi generiche.® Per una pastorale contro gli oppositori della Bolla vennero sottoposti uno dopo l’altro cinque abbozzi, ma Mangelli non seppe ottenere che Boonen vi designasse le cinque proposizioni come insegnamento del Giansenio.* Allora l'intemunzio avviò trattative col governo per designare all’arcivescovo un coadiutore, al che il governo non si mostrava mal disposto.10 Boonen diede del resto l’assicurazione giurata11 che la lettera del 17 settembre 1647 pubblicata nel 1649 e che era stata la causa del procedimento contro di lui, non era stata scritta nè promossa nè pubblicata da lui stesso e che egli di sapprovava tutto ciò che in essa era contenuto contro il papa o le autorità romane. Un decreto deU’Inquisizione aveva già prima 1 * Lo «tosso il 4 aprile 1654, ivi. ’ * II 21 marzo 1654, Innocenti! X E piti. X (Decio Assolini secret), n. 94, Archivio segreto pontificio. * * Mangelli il 16 luglio 1653, ìiwuriat. di Fiandra t. 37, ivi. * Il 27 ottobre 1653. Van Caoten mori il 1° febbraio 1653. * * Mangelli il 15 novembre 1653, Excerpta, loc. cit. * * Lo stesso il 29 novembre 1653. ivi. ’ * Lo stesso il 13 dicembre, ivi. * * Lo stesso il 28 febbraio, 7 marzo e 2 maggio 1654, ivi. * Lo stesso il 2 maggio 1654. ivi. “ * Lo stesso il 20 giugno 1654, ivi. >* * Lo stesso il 22 maggio 1655, ivi, f. 726: « quod libellum nunquam fecerimus aut scripserimus, noe unquam scriberemus quod fteret aut scrii»' retur, quodque eundein multo minus publicaveriinus, improbantcs proind*’ omnia, quae libellus iste continet contra auctoritatem S. Sedia aut honorem S, K. E. card inali uni aut ofllcialium dictae curiae >.