Il contegno prudente di Roma. 591 Gli stessi motivi sviluppava il Lionne anche all’inviato francese a Roma1 e, secondochè il ministro apprese dall’Albizzi,1 furono ussi a determinare il corso ulteriore dell'affare in Roma. Anche se il Bargellini, come il Lionne per l’appunto fa capire abbastanza chiaramente, poteva aver sorpassato le sue istuzioni, non si poteva ora revocare più quanto egli aveva concesso a Parigi in nome del Papa. Il 25 settembre era giunto nella città eterna il corriere colla dichiarazione di obbedienza dei Quattro. Subito il giorno seguente si riunì per deliberare la Congregazione cardinalizia per il giansenismo. La lettera dei Quattro, è detto nelle sue conclusioni, era redatta in modo, che la Santa Sede, senza derogare in nulla a sè medesima, poteva accettarla e rispondervi. Se il nunzio aveva in mano l’originale, lo mandasse, altrimenti lo richiedesse al Lionne dicendo, che aveva mandato a Roma una semplice copia solo per lasciare mano più libera alla Santa Sede. Così pure egli doveva inviare in originale le lettere indirizzate a lui dai Quattro, poiché da esse «risultava chiaramente il rispetto di quei vescovi verso la Santa Sede e la loro obbedienza sottomessa ai comandi del papa ». Toccava inoltre al nunzio di mettersi in possesso destramente di un certificato autentico circa la sottoscrizione dei Quattro, affinchè rimanesse stabilito il fatto per tutti i tempi futuri. Finché non c’era questo documento, non conveniva che il papa rispondesse alle lettere del Gondrin e del Vialart; tuttavia il nunzio assicurasse i due della benevolenza del papa e spiegasse l’indugio nella risposta. Infine, il Bargellini osservasse il silenzio desiderato dal Lionne.3 In questo senso venne redatta una lettera al 1 Gérin II 305. ! * Bargellini a Rospigliosi in data 20 ottobre 1068, Sunziat. di Francia 137, Archivio segreto pontificio; E. D EJE AN, Un prélat indépendant 224 n.; Dubrcel nel Bullet. de littéral, ecclés. 1918, 387; Rapin III 467. * « * Quod scribatur N'untio: Excepisse laeta fronte S. D. X. gratiasque Deo retul isso nuneium de subscriptione formularii executioni demandata per episcopos etc., lectamque fuisse copiant epistolae, qua praedicti quatuor episcopi seripserunt Sanctitati Suae, iudicatumque fuisse, eandent ita fuisse conceptam, ut cum dignitate Sedis Ap. possit recipi, illique responsunt dari. Verum quia ex epistola Nuntii Ap. non bene percipitur, utrum originale sit apud se vel restituent, censuere EE. PP., ut eidem Xuntio scribatur, quod, quatenus sit pene* se, transmittat quant primum, si minus, dicat Dno de Lionne, qualiter ipse, ne S. Sedem induceret in aliquam necessitatelo et ad cautelam, misisse [sic !] copiant et repudiasse originale, verum quia pro comperto habet. . . velit idem I). de Lionne, ut denuo tradatur ipsi Xuntio, in quo industrian! suam adliibeat, ut id faciat cum proprii ministerii honore. Idem Nuntius mittat originales epístolas eidem scriptas per quatuor episcopos, <-um ex earum tenore clare pateat eorundem episcoporum observantia erga S. Sedem atque resignata obedientia erga mandata S. D. X. Pariter resolutum