La guerra di Candia del 1646 201* lutila era rientrata in patria. Benché non avesse raggiunto nessun obiettivo,1 Innocenzo X era tuttavia disposto a mandarla in mare una seconda volta, nell’anno seguente.* Già nel dicembre egli aveva permesso gli arruolamenti di truppe chiesti da Venezia, tino ;m! ottomila uomini. Ulteriori arruolamenti non volle dapprincipio concedere, poiché egli stesso aveva bisogno di soldati per proteggere le coste dello Stato della Chiesa, ma più tardi li conce.se tuttavia, nelle vicinanze di Roma.5 Il 24 febbraio 1(>4<> comparve in Roma Pier Foscarini, quale ambasciatore straordinario, per chiedere assieme all’ambasciatore Alvise Contarmi l’aumento del numero «Ielle navi pontificie e soldati e grandi somme di danaro specialmente per il re di Polonia, allo scojm) di assoldare cosacchi. 11 papa dichiarò di voler fare il possibile, ma di scarseggiare di danaro. Egli accordò inline .$0.000 scudi per il re di Polonia,* e provvide a che le sue galere alla line aprile 1646 fossero pronte a Civitavecchia per prendere il largo. In seguito alla malattia del Ludovici, che dovette venir sostituito da Alessandro Zambeccari, subentrò un ritardo. Alla line di nuig-->o le navi del papa e dei Maltesi operarono la loro congiunzione «olla (lotta veneta.6 Le galere, che avevano (inora inviato il gran- medesimo M*gr Nuntio Ella vedrà» (Nuntiat. di Venezia 70, p. 1(10). La * Cifra del nunzio spagnuolo in data .Madrid 9 ottobre 1649, suona: « Anche dopo la [•arteina di S. ho continuato di rappresentare a questi sigr| del Consiglio di Mato le ragioni per le quali stimavo non convenire che per alcun modo si d«wse orecchie alle proposte dell'ambasciatore Turco, procurando specialmente di far conoscere che non erano tali che potessero accettarsi senza comprendervi «li altri principi christiani e senza prima udirne i sentimenti e particolarmente il Xro Signore, e che, quando ciò si fusse lasciato da parte, sarebbe con gravissimo danno di essi et hora massimamente della Repubblica di Veneti»; il che ripugnarebbe anche al presupposto fermissimo di Sua Maestà di non esser mai per consentire ad alcun trattato di cui potesse risultar pregiudizio benché minimo alla christianità » (Xunciat. di Spagna 99 p. 158). Il 27 novembre 1649 il segretario di Stato scriveva al nunzio di Venezia in argomento quanto segue: ■ A Msgr N'untio in Spagna non vi è ordinario nel quale non se «li replichino ortiini efficaci in adempimento del desiderio di cotesti signori 'ire» i negotiati dell’ambasciatore Turco; e V. 8. potril di nuovo vederne decresciuti gli effetti nell’acclusa copia di lettera, che se le invia, di Msgr Xuntio muletto; al quale s'invia rà pur di nuovo il proseguire et accrescer ‘empre pi il il calore et la premura delle instanze in beneficio della Kepublica • ^ ivi 16 lb) Archivio segreto pontificio. * Vedi Romani* VII 306; OruLiELMorri 25-39; PtCCOLOMIXI 12 s. 3 ’Cifra al Kuntio di Venezia del 27 gennaio 1646, .Yuníwí. di Venesùi "0, loc. cit. * Vedi le • Istruzioni cifrate al Nunzio in Venezia del 2. 9, 23 e 30 dicembre 1645. 27 gennaio e 24 febbraio 1646, ivi. * Vedi le * istruzioni cifrate al Xnnzio in \enezia del 3, 10, e 17 marzo * 7 aprile 1646, ivi. * Vedi GUOLIEI.MOTTI 44 ss.