450 Alessandro VII (1655-1667). Capitolo V. questa conclusione e presenta la Compagnia di Gesù come una banda di delinquenti. Essa veramente possiede, secondo lui, accanto ai lassisti anche dei rigidi asceti, ma soltanto per coprire la rilassatezza degli uni con la rigidità degli altri e, a secondo delle circostanze, metter davanti ora gli uni, ora gli altri.1 Come avvenga che i buoni elementi dell’ordine non vedano la cattiveria della direzione dell’ordine e non gli voltino le spalle, Pascal non spiega. Tanto meno egli indaga se certe opinioni troppo ardite siano sostenute soltanto dai gesuiti, o se siano presentate in modo che se ne possa rendere responsabile l’intiero ordine. Pascal ricorda invero che ogni libro dei gesuiti prima della pubblicazione viene riveduto da membri dell’ordine;2 ma la semplice tolleranza di un’opinione non significa ancora dottrina dell’ordine e, in qualche caso, non prova che una trascuratezza del censore. Che Pascal talvolta cita inesattamente i testi o li comprende male, venne gli ben presto dimostrato;3 talora l’opinione che egli mette in ridicolo non merita alcun biasimo.4 Ma tutto ciò presso la grande folla dei lettori non poteva attenuare l’effetto della caricatura che Pascal aveva raggiunto colle sue citazioni mutilate e con le sue generalizzazioni ingiustificate. Il nome di Escobar divenne la denominazione di un volpone ipocrita.5 Pascal fu colui che mise in voga l’orrore dal così detto probabilismo e pose la base all’accusa che, secondo i gesuiti, lo scopo santifichi i mezzi.6 Come un secolo prima Lutero aveva ottenuto un effetto così imponente trascinando risolutamente nel fango papi e cardinali, ciò appunto che fino allora aveva goduta la più alta estimazione, così ora si ripetè qualche cosa di simile, in più piccola misura. Erano presunte rivelazioni che si davano in pasto alla folla curiosa e avida di scandali; religiosi che finora si erano stimati come campioni del rinnovamento ecc-le- 1 Lettre 5, p. 52 ss. 2 Lettre 9, p. 125. 3 Vedi sotto p. 451. Quando Pascal nel 1660 in occasione del «formulano per Port-Royal si rivoltò contro i suoi amici, si levarono contro la sua esattezza nel citare gli stessi rimproveri mossi prima dai gesuiti in occasione dell'' lettere provinciali. P. Bliard in Études CXXXVII (1913) 394 ss. * Così nel primo esempio, nel quale egli vuole dimostrare il lassismo dei gesuiti di fronte all’obbligo del digiuno, il senso comune è dalla parte >1' Escobar contro Pascal (Reiciimann 524). Inoppugnabile per il contenuto >• pure la prima citazione che riporta da un gesuita (Lettre 4, p. 38), tolt i dal Iìauny, per il resto non immeritevole di censura (cfr. W’eiss 73). HaH-(Kinchengesch.10 [1877] 537) parla invero della «comoda pietà » e della «scostumata morale del confessionale » dei gesuiti, opina tuttavia che quest > rappresentano non soltanto gl’interessi del mondo, « ma anche quelli del buon senso ». 5 Littré, vedi voce « Escobarder ». 8 SI. Rkichmann, Der Ztveck heiligt die Mittel, Friburgo 1903, 83 ss.