Firma della pace di Vestfalia. 93 sioni furono così violente che più volte si dovette temere che tutta l’opera di pace all’ultimo momento potesse ancora naufragare. Finalmente il 6 agosto venne raggiunto un accordo, cosicché il documento di pace con gli Svedesi in Osnabrnck potè venir confermato dai rappresentanti dell'imperatore, degli Stati dell’impero e dagli Svedesi con una stretta di mano.1 Senonchè Oxenstjerna e Salvius rifiutarono di firmare, fino che non fosse conclusa anche la pace con la Francia. Ora la difficoltà principale consisteva in ciò che Ferdinando III non voleva abbandonare la Spagna. Ma anche in questa questione fece pressioni perchè si cedesse, non solo il principe elettore di Magonza Giovanni Filippo di Schònborn,* ma anche Massimiliano di Baviera; essi minacciarono perfino in caso contrario di accordarsi per conto proprio con gli Svedesi.3 Dopo di ciò l’imperatore ordinò il 22 settembre ai suoi inviati di sottoscrivere immediatamente i trattati. Ma ora furono i rappresentanti della Francia e della Svezia a sollevare nuove difficoltà. Superate anche queste, potè finalmente il 24 ottobre 1648 celebrarsi il solenne atto finale della conclusione della pace colla firma e collo scambio dei documenti. Chigi aveva avuto cura che nello strumento di pace non si facesse nè il nome suo nè quello del papa, giacché, come egli lamentava, ogni volta che vi era fatta menzione della religione cattolica, le veniva inflitta una ferita.4 Non era stata soltanto la cedevolezza dell’imperatore, del Ba-varo e dell’elettore Maguntino a far sì che le disposizioni politicoreligiose del trattato risultassero così sfavorevoli per l’antica Chiesa. Di non minore influenza fu il fatto che le speranze riposte da molti cattolici zelanti della Germania nella cattolica Francia si dimostrarono completamente vane.5 Caratteristica è un’espressione dell’ambasciatore francese Longueville, quando si trattò di concedere alla langravia Amalia di Assia-Kassel, che godeva la particolare predilezione dell’ambasciatore, la ricca abbazia di Hirschfeld. Wartenberg osserv ò che lo spogliare Cristo e la Sua Madre delle ve- 1 Vedi la * lettera di Chigi all’abate Altoviti del 7 agosto 1648 nel Cod. A. II 28 della Chig., Biblioteca Vaticana. 2 Cfr. JLentz, Schònborn I 39. 3 Ciò comunica il Chigi già. nella sua * Relazione cifrata del 10 gennaio 1648, loc. cit. Sulle pressioni fatte a Massimiliano cfr. Odhkeb 281. 4 * Chigi a Marcello Virgilio Malvezza, in data, 1648 dicembre 4, nel Cod. A. II 29, Chig., Biblioteca Vaticana. Cfr. ivi la ‘lettera al nunzio Bentivoglio in Firenze del 23 novembre 1648. Nel Cod. A. II 28, pag. 350 vedi * « Elegia Chisii, super pacem Westphal. », mandata il 18 settembre 1648 ad Altoviti. Ad Albizzi il Chigi scrive al 29 novembre 1649: « Del resto gli fautori dell’infausta pace.... si avvedran, crede, di aver donato più con essa agli Svezzesi x volte tanto di quel che non potevano bavere con la guerra». (Accad. dei Lincei. Meni., class, di scienze mor. 3. Serie I [1877) 395). 4 Vedi Israel, Adami, 60.