Clemente IX (1667-1669). Capitolo II. semplicemente riammesso i vescovi, che ancora non avevano sotto-scritto il formulario. Da principio e irli non aveva voluto neppur rispondere alla loro lettera, sebbene piena di sottomissione e di sincerità, prckè gli si scriveva, che essi avevano sottoscritto solo con certe clausole. Dopo aver avuto, però, nelle mani da loro stessi nuove assicurazioni della loro lealtà e certificati dei vescovi loro amici, egli aveva scritto ad essi, ma in guisa che mostrava, come egli non intendesse recare in alcun modo pregiudizio alle Costituzioni d’Innocenzo X e di Alessandro VII, ma al contrario mante nerle anche a costo della sua vita - per l'onore della Santa Sede e della sua infallibilità, come per il proprio onore personale; giacché se avesse fatto quel che gli si attribuiva, sarebbe indegno di vivere.1 Alcuni mesi più tardi Clemente IX può, certo, aver visto meglio quel che i giansenisti intendevano per sincerità. Ma ora il pubblicare supplementarmente ancora una Costituzione, suscitando così in Francia un nuovo eccitamento, era cosa difficilmente consigliabile.2 Il dovere di sottoscrivere il formulario di Alessandro VI 1 continuava a sussistere per tutti gli ecclesiastici novelli; e in qual senso Roma esigesse la sottoscrizione, non poteva esser dubbio. Poteva quindi sembrar lecita la speranza, che le opinioni giansenistiche sarebbero venute ad estinzione da se medesime. Allorché apparve più chiaramente il modo con cui si era venuti alla pace clementina, l’insoddisfazione della Santa Sede si manifestò nelle sorti del negoziatore. Dopo la conclusione della pace il Bargellini si adoperò inutilmente per realizzare ancora un’altra impresa religiosa, una fondazione per convertiti destinata ad aiutare predicanti passati al cattolicismo.3 Nell’agosto 1671 venne richiamato, fu per alcuni anni vicelegato di Avignone, visse quindi ancora 25 anni senza ufficio e onori.4 I giansenisti stessi, come i diplomatici francesi, non ebbero per il debole uomo che disprezzo.5 1 Bonfils a Lionne il 4 giugno 1 669, in Gérin II 312 s. 2 Rapin III 502. Il Bossuet giudica: « Comme pourtant Li chose était à un point qu’on ne pouvait pas pousser à toute rigueur la signature du Formulaire sans causer de grands désordres et sans faire un schisme, l’Eglise a fait selon sa prudence d’accommoder cette affaire et de supporter par charité et condescendance les scrupules que de saints évêques et des prêtres, d’ailleurs attachés à l’Eglise, ont eus sur le fait. Voilà ce que je crois pouvoir établir par des raisons inviucibles ». Al maresciallo De Bellefonds in data 30 settembre 1677, in Corresp., éd. Ch. Urbain et E. Levesqüe II, Parigi 1909, 51. 3 Ado. et Claude Cochin, Le grand dessein du Nonce Bargelli"t et de l'abbé Désistés contre les réformés (1668); Annuaire-Bulletin de la Soc. de VhM-de France 1913. Cfr. * Bargellini a Rospigliosi il 26 febbraio 1669, Cifre del Bargellini, loc. cit. 4 [Dumas] 11 270; Rapix III 503. 5 [Varet] I 219; Gérix II 452 s.