194 Innocenzo X. 1644-1655. Capitolo Y. riserva ? Come al Montchal, mancavano anche ai vescovi di Alet; e Pamier1 la visione dell’importanza del nuovo movimento e la fiducia nella potenza della S. Sede. Anche di fronte a loro2 come ad altri3 Vincenzo deve rilevare che una decisione papale tratterrà o distorrà se non tutti, almeno molti, dall’associarsi alle dottrine giansenistiche. Quando però, durante i torbidi interni della Fronda, l’aumento della nuova setta assunse proporzioni sempre più minacciose,4 il numero delle adesioni episcopali salì assai presto a 705 e si elevò alla fine al numero di 88.® Fra loro vi erano gli arcivescovi di Arles, Bourges, Narbonne, Bordeaux e Beims. Il cardinale arcivescovo di Lione non firmò solo per il fatto che, come membro dell’Inquisi-zione, gli competeva la parte del giudice e non dell’accusatore; e Harlay, di Eouen, dichiarò di aver manifestato i suoi argomenti più che a sufficienza nel suo concilio provinciale.7 11 documento era già stato spedito a mezzo di Dinet al suo confratello Annat, assistente francese del generale dell’ordine, perchè venisse trasmesso più avanti, quando l’assessore dell’inquisizione Albizzi dichiarò che, per ottenere il suo effetto, lo scritto doveva venir presentato dagli stessi vescovi direttamente nelle mani del nunzio. La maggior parte dei prelati mosse obiezione a che il loro nome dovesse venir comunicato anche solo al nunzio; ma alla fine Dinet e Vincenzo riuscirono a superare anche questa difficoltà.'1 Il documento 9 comincia rilevando essere stato nella Chiesa costume costante di presentare alla Sede Apostolica gli affari più importanti, e la fede di Pietro che non vien mai meno, esige che tale costume venga mantenuto. In obbedienza a tale uso essi presentavano dunque a Boma la questione delle lotte gianseni- 1 Lettera della fine di maggio 1651, in Maynard II 333. * Ivi 335 ss.; Coste IV 204-210. * Vincenzo al vescovo di Luçon il 23 aprile 1651, in Maynard II 327 ss.: Coste IV 175 ss. 4 Rapin I 332. 4 Ivi 335. • Gerberon (I 393) specifica con nome 68 firmatari. Negli atti dell’Inquisizione si trova lo scritto originale di Habert con 24 firme, poi copie colla firma di uno o più vescovi, assieme 39; inoltre un documento particolare che nel senso si accorda colla lettera di Habert del 25 aprile 1651, sottoscritto da 5, e un altro firmato da 8 vescovi e su fogli speciali, ancora da due altri (Biblioteca Angelica in Roma S. 3. I, * Excerpta ex V Parte circa ìibrum Iansenii f. 135 s., 137, 252). Il 18 agosto 1651 Bagno trasmette altre firme (ivi 125). Il vescovo Scarron di Grenoble lamenta in una lettera al papa del 6 giugno 1651 il crescere del giansenismo; attendere egli perciò con impazienza la decisione papale. Annales de St. Louis XI (1905) 241. 7 Cfr. Rapin I 316. 8 Ivi 366. • Testo latino in IIardouin, A da Gonc. XI 141; Coste IV 632; Arnauli» Œuvres XIX 73; traduzione in [Dumas] 1 12 s.; Rapin I 370.