140 Innocenzo X. 1644—1655. Capitolo IV. stico offriva il Panteon ohe nell’interno era adorno di pitture religiose e appariva illuminato di migliaia di candele. Nella processione del venerdì santo furono notate le nuove magnifiche bandiere del Campo Santo. Nella processione della confraternita della Trinità de’ Pellegrini si contarono 12.500 pellegrini.1 Generale ammirazione destò la decorazione (li piazza Navona per la processione che venne tenuta colà dalla confraternità spaglinola «della Risurrezione», all’alba della Pasqua (17 aprile). Durante il governo di Urbano Vili questa celebrazione, alla quale di solito usava partecipare fra’ primi l’ambasciatore spagnuolo, non aveva più avuto luogo. Tanto maggiore fu lo splendore che spiegò questa volta. Quello che era una volta il circo di Domiziano venne trasformato da Carlo Rainaldi, artista romano, in un peristilio con colonne intrecciate di verde, nel quale ardevano 1600 lumi. Nel mezzo stavano dei cori musicali. Ai due capi della piazza si elevavano magnifici padiglioni, donati dai Casigliani ed Aragonesi; nell’uno si vedeva la statua del Cristo risorto, nell’altro quella della Madre di Dio. Un contemporaneo dice che questa festa sola, la quale è fedelmente riprodotta in un’incisione in rame di Domenico Barrière, meritava un viaggio dalla Spagna fino a Roma.2 Già alla Pasqua il numero dei pellegrini si calcolava a 70.000.3 Nel maggio incominciò l’arrivo delle confraternite da tutte le parti d’Italia, ognuna coi loro particolari distintivi, col clero e con le autorità municipali; sovratutto venne ammirata quella di Orvieto.4 Purtroppo per questioni di precedenza si venne fra le confraternite a conflitti e scontri assai spiacevoli. Anche qui si rivelano i grandi conflitti politici; l’arciconfraternita della Madonna del Gonfalone era favorita dai Francesi, quella di S. Marcello dagli Spagnuoli. Insopportabile si dimostrò anche l'agire degli arruolatori spagnuoli. Quando costoro misero le mani perfino su alcuni pellegrini, questi sulla piazza di S. Pietro li colpirono coi loro bastoni guarniti d’argento e gli sbirri li cacciarono in prigione. Sul Pasquino comparve l’iscrizione minacciosa: « Anche in Roma nascono dei Masanielli ».5 L’eccit amento dei Romani contro gli Spaglinoli crebbe in modo che costoro non potevano più farsi vedere nelle vie; il papa stentava assai a mantenere l’ordine e la 1 Vedi De Rossi. * Istoria, Fai. 8873, Biblioteca Vaticana: Deone, * Diario, loc. cit.; Ruggeri 78 s. 81. 1 Vedi * De Rossi, loc. cit.; Deone, * Diario, loc. cit.; Ruggieri 88; Justi, Velasquez li 166 ss.; Heimpel Rainaldi 26 ss. 3 Vedi * De Rossi, loc. cit. * Deone in Ciampi 75. Ruggieri (103 ss.) reca notizie particolareggiate su tutte le entrate. Cfr. Rivetti, Viaggio di un prete bresciano a Roma nel 1650, in fi risia sacra IV (1913) 32 ss. 5 Vedi De Rossi loc. cit.; Ademollo, G. Gigli 84 ss.; Justi II 165.