La casa delle Missioni dei preti secolari in Parigi
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rono alcune ordinanze: il giuramento degli alunni, che venivano ordinati sul titolo di missioni, doveva legarli durevolmente alla Propaganda e il danaro per il viaggio, secondo una disposizione del 1654, doveva venir loro concesso appena dopo il compimento dei loro studi.1
   Il papa prese parte anche allo sviluppo del seminario romano per le missioni dei Carmelitani, approvando nel 1647 la convenzione del capitolo generale sull’unione del seminario con lo studio provinciale, ma chiedendone però nel 1650 il trasferimento.* Un passo decisivo nella centralizzazione per le missioni dei pagani doveva venir fatto con la fondazione, che era già ora in preparazione, della missione dei preti secolari di Parigi.3 L’occasione fu data da un missionario gesuita dell’india posteriore, Alessandro de Rhodes, il quale nel 1649 pregò in un memoriale diretto a Innocenzo X che s’inviassero dei vescovi per la chiesa annamitica, poiché questa, senza di ciò, quando venissero scacciati da i re indigeni i missionari, era esposta al pericolo della distruzione.4 Il papa voleva da principio consacrar vescovo lo stesso Rhodes; ma avendo questi, come gesuita, rifiutata una tale promozione, gli diede l’incarico di cercare egli stesso delle personalità adatte che potessero venire inviate come vescovi nell’Asia orientale.5 La Propaganda allargò il progetto proponendo al papa nel 1650 l’istituzione di 12 vescovati sotto uno o due arcivescovi, e la formazione di un clero indigeno per le chiese dell’Asia orientale.® Dopo aver cercato invano in Italia e nella Svizzera candidati idonei all’episcopato, Rhodes venne nel 1653 a Parigi. Colà il suo confratello Bagot
lo	condusse nel suo piccolo sodalizio mariano, i cui membri si dichiararono disposti all’opera della diffusione della fede e della fondazione di chiese.7 Innocenzo X, informato di ciò dalla Propaganda, ordinò al nunzio a Parigi, Bagno, di scegliere fra i sacerdoti francesi i tre che fossero più degni dell’episcopato. La scelta di Bagno cadde su Pallu, de Lavai e Piqué, mentre la dotazione annua necessaria, di circa 600 franchi ciascuno, venne presto raccolta, sovratutto per la generosità della nipote di Richelieu, la duchessa di Aiguillon.8 Contro questa nomina di vescovi francesi,
    1 Vedi lus pontif. I 97, 109 e Cotteci. I n. 113-122. Sugli studi nei collegi, vedi Alma Mater 55 8.
    8	Vedi lus pontif. I 250 8. Cfr. Kilger, in Zeitschr. fiir Missionswiss. 1915, 213, 213.
    3	Cfr. Cerei, Estat present de V Église, Roma 1677, 300 s.; Jann 215 s., e Kilger in Zeitschr. fiir Missionswiss. 1922, 27 s.
    4	Vedi Launay I 8.
    4	Vedi ivi 9.
    *	Vedi ivi 10.
    7	Vedi ivi 13.
    8	Vedi ivi 15.