Solennità dell’Anno Santo. 139 nali, fra cui Lante più che ottantenne, fecero le loro visite alle chiese a piedi, per dare buon esempio. In S. Marcello predicarono i cardinali Giovan Battista Altieri, Francesco Rapameli, Giovanni de Lugo, Vincenzo Maculano e Luigi Capponi. Il papa aveva fatto venire da fuori altri oratori di fama.1 Il 20 gennaio 1650 venne ricevuto in solenne udienza dal papa il duca di Infantado, ambasciatore di Filippo IV, che sfoggiò ima pompa veramente spagnuola.2 Il suo seguito constava di 300 carrozze, mentre l’ambasciatore straordinario della moglie del re spagnuolo, Marianna d'Austria, il quale fu ricevuto in udienza il 28 gennaio, era accompagnata da 160 equipaggi.3 Nonostante la guerra che continuava fra la Francia e la Spagna e la situazione tesa in Italia, in causa degli armamenti spaglinoli, da ogni parte accorrevano folle di pellegrini fra i quali erano anche personaggi principeschi. Cosi in primavera comparvero i tìgli del gran duca di Toscana, i principi Mattia e Leopoldo, che viaggiavano in incognito; essi rimasero lungo tempo a Roma ed abitarono per 5 giorni (20-25 aprile) in Vaticano.1 Nel maggio arrivò la principessa Margherita di Savoia che viaggiava in veste di semplice pellegrina e albergò nel convento di Tor de’ Specchi. Si raccontava, che Olimpia avesse faticato assai onde esser ricevuta in visita dalla principessa.5 Durante le sagre funzioni della settimana santa e al giorno di Pasqua, la maestà della Chiesa e delle sue cerimonie si rivelò in modo imponente. Il papa partecipò personalmente a tutte le solennità; lavò i piedi a poveri pellegrini, non soltanto nel giovedì santo nella sala ducale, ma anche nell’ospedale della Trinità de’ Pellegrini.6 Le numerose confraternite deH’Eterna Città fecero a gara nel decorare nella settimana santa le loro chiese. Il Santo Sepolcro nella chiesa nazionale spagnuola di S. Giacomo superava perfino quello del Vaticano; centinaia di lampade e candele lo circondavano come di un’aureola di luce. Uno spettacolo fanta- 1 Vedi gli * Avvisi del 1650, specialmente quello del 3 dicembre, Archivio segreto pontificio. Cfr. Deone al 12 gennaio 1650, in Ciampi 74, e * Diario Barb. 4819 al 12 marzo 1650, Biblioteca Vaticana; Manni 200 s. 1 Cfr. Deone, * Diario, loc. cit. * Vedi Buggeri 36-38. Il card. Albomoz, che aveva finora rappresentato la Spagna, era morto alla fine del 1649 come anche, il rappresentante dell’imperatore, il duca Federico Savelli; * « Ambedue i più esperti ambasciatori che vedesse mai Roma », scrive Deone (Diario, loc. cit.). * Vedi * Relazione di Vinc. Roseo, in data 1650 aprile 9, Archivio Gonzaga in Mantova; Servantius, * Diaria, Archivio segreto pontificio, e Alaleone, * Diarium, Biblioteca Vaticana. 6 Vedi Servantius, loc. cit., * Alaleone loc. cit.; Ruggeri 134; Ade-mollo, G. Gigli 123 ss. * Vedi Ruggeri 75, 78 s.