CAPITOLO III. Sforzi di Clemente IX per la pace tra Francia e Spagna e per la difesa dai Turchi. - La perdita di Candia. - La morte del papa. La guerra di esito mutevole cominciata nel 1645 per il possesso dell’isola di Candia (Creta), ultimo baluardo dei Veneziani nel Mediterraneo orientale, al tempo dell’elevazione di Clemente IX era entrata in uno stadio decisivo. A poco a poco i Turchi si erano impadroniti completamente dell’isola; solo la capitale, Candi i (oggi Megaio Kastro), posta sulla costa nord, che passava per una delle prime piazze forti del mondo, era rimasta in potei dei Veneziani. Tutta l’Europa cristiana, come il mondo maomettano, guardavano alle lotte in quel luogo, nelle quali ora si concentrava la guerra tra la Croce e la Mezzaluna, cosicché l’assedio aveva assunto un’importanza simile a quella dell’assedio di Tole-maide durante le crociate o di Sebastopoli nel secolo xix. Un attacco intrapreso nel maggio 1667 dal Gran Visir Ahmed Kòpriihi. figlio di Mohammed KòprillU, con 70.000 uomini, alla fortezza, i cui sette bastioni principali e le estese opere accessorie ed esterne erano difese da più di quatt rocento cannoni, nou aveva ottenuto che meschini risultati. Ma i Turchi non pensavano ad abbandonai' l’assedio, e, se anche con minore violenza, persistettero pnr< durante l’inverno.1 Clemente IX, nella piena coscienza del pericolo, che minac dava la cristianità da parte della Mezzaluna, si adoperò a prevenirlo fin dal primo giorno del suo pontificato. Volendo apportare ai Veneziani un aiuto in grandi proporzioni, egli rivolse subito la sua cura a terminar la guerra, che Luigi XIV aveva cominciato nel maggio 1667 coll’invasione dei Paesi Bassi spagnuoli. Già il 21 giugno 1667 egli diresse una lettera autografa al re di Francia, pregandolo istantemente d’intraprendere trattative di pace colla Spagna, perchè i Turchi non minacciavano solo Creta, ma anche la Dalmazia. Il papa si offriva di assumere la mediazione coll ' 1 Oh'. II.VMMEK ILI 618 ss.; ZlNKKISEN IV 971 ss.