La difesa dei vescovi ribelli. 457 non aveva dunque del tutto torto a non fidarsi completamente del de Marea.1 Il cardinale non credette opportuno di utilizzare il suggerimento di de Marca. Se egli in antecedenti occasioni si era dimostrato amico del papa,2 ora per causa del cardinale di Retz, era malcontento di Roma 3 e, sottomano, proteggeva i Giansenisti. Egli decise che i vescovi sottoscrivessero la loro lettera al re e gl’indusse a dirigere un ulteriore memoriale a lui stesso, nel quale i tre vescovi venivano lodati per il rispetto che nutrivano verso il papa, per la loro concordia con gli altri vescovi e la loro disposizione a dare al papa ogni ragionevole soddisfazione. Così Alessandro VII aveva tutte le ragioni di lamentare che un cardinale della Chiesa promettesse la sua protezione ai tre vescovi ribelli. Uno dei tre, Choiseul di Comminges, espresse al Mazzarino la speranza che il re colla mediazione del ministro regolasse la vertenza.4 Agli sforzi di de Marca e dei' vescovi di Limoges. Rennes Montauban e Rodez riuscì ora d’indurre alla ritrattazione almeno l'arcivescovo di Sens.5 Ciò produsse nel campo dei giansenisti grande agitazione e di là si fece sapere al Mazzarino che egU si sarebbe attirato l’odio e l’inimicizia del partito, se avesse permesso che le cose si sviluppassero ancora in questa direzione. Ma il vescovo Auvry di Coutances, l’amico del cardinale, li tranquillò, facendo loro osservare che se avevano potuto resistere così a lungo, lo dovevano al Mazzarino, poiché solo la protezione di costui li aveva salvati dall’odio dei loro nemici.6 Finalmente al principio di maggio del 1657 dopo una durata di 19 mesi l’assemblea del clero si chiuse, non senza avere immediatamente prima affermato di nuovo tendenze gallicane, anche sul terreno della dottrina. Infatti il vescovo di Montauban si dilettò di formulare varie affermazioni, che non erano punto favorevoli alla Santa Sede e c’era pericolo che le sue proposizioni trovassero la firma di altri vescovi. Per mezzo dei vescovi di Nar-bona, Arles, Aire e Tolosa il nunzio riuscì ad indurre l’adunanza ad un differimento e ottenne finalmente che il Mazzarino proibisse di occuparsi più oltre della questione.7 Era venuta di nuovo in discussione la dottrina della immediata origine divina della giurisdizione episcopale, la quale aveva fatto già al concilio di 1 Egli teme « che non sia un ingegno assai versatile e da voltarsi da quella banda, dove trovarà da fare più la sua fortuna ». Piccolomini il 23 marzo 1657 Sunziat. di Francia HO A, loc. cit. 2 Vedi sopra p. 217, 225. 3 Paìlavicino II 71. * Gérin I 150 s. ‘ Gerberon II 309. ‘ Gérin I 151. 1 * Piccolomini il 23 marzo e 7 aprile 1657, ivi.