604 Clemente IX (1667-1669). Capitolo II. insistere di nuovo, che presupposto del suo Breve era stata soltanto l’obbedienza sincera dei Quattro, e che per il futuro egli sperava dal re, che in caso di nuovi movimenti degli antichi disordini avrebbe appoggiato il papa colla sua autorità reale.1 Accanto alle voci di lode si facevano sentire, però, anche quelle della preoccupazione. Venne inviato a Roma uno scritto senza nome di autore,2 che enumera dieci cattive conseguenze del compromesso. Quanto era avvenuto finora riguardo alla distinzione tra fatto e diritto è abbandonato al dileggio dei calvinisti; si dice, che il governo ecclesiastico appende il mantello secondo il vento, si abbandona l’infallibilità in fatti dommatici, ecc. Il vescovo di Evreux pregò il papa 3 d’illuminare i fedeli sugli avvenimenti e di additare quel che si dovesse pensare e fare in materia così oscura, affinchè talune persone maligne non potessero illudere degli imprudenti con una pace ingannevole. Il vescovo di Lombez annuncia al papa, che, secondo la credenza comune, quanto è avvenuto ai sinodi dei Quattro sarebbe stato rappresentato inesat tamente dai vescovi mediatori. Egli non vuole accusare nessuno, ma la benevolenza verso il figlio perduto reduce non deve tuttavia riuscire a danno del fratello maggiore, che non ha mai abbandonato il padre. Ora, invece, da circa quattro mesi, quelli precisa mente di cui il papa aveva voluto la sottomissione e la riammissione, si comportavano in modo come se il giudice li avesse dichiarati innocenti e vittoriosi di fronte a falsi fratelli, che fossero stati convinti di calunnia.4 Così pure il vescovo Abelly di Rodez lece preghiera di informazioni più particolari sulla pace; correva voce, che il Papa avesse approvato la condotta dei Quattro e abrogate le Costituzioni dei suoi predecessori, ciò che sarebbe un torto solo a pensare. Egli prega quindi per una nuova conferma delle Costituzioni precedenti.5 I tre vescovi ricevettero Brevi di lode 6 e furono rinviati al 1 * Breve del 26 febbraio 1669, Excerpta 1669, f. 42; Géuiv II 310. 3 Excerpta 1668, f. 1045. * * In data 18 febbraio 1669: « quid actum sit in hac causa et quid deii.oeps sentiendum et agendum ad sedandos animos in tam obscura ac turbulenta materia, ne subdola pace decipiant incauto» maligni quidam homuueiones Excerpta f. 164. 4 « * alitor credi actum esse a quatuor episcopis in synodis, quain a inedia-toribus significatimi fuerat [questo è certo] notorietate publica. Ita bene sit miuori Alio . . . revertenti, ut niliil ad versi contingat maiori, qui nunquam a patre discessit ... A quatuor circiter mensibus sic gesserunt se, quo» sub-ditos et reconciliatos vult S. T.. quasi siut probati a iudice innocent - et vietores adversus falsos fratres de calumniae crimine convictos ». Ivi f. 16-> (senza data). 5 * Ivi f. 166 s. (senza data). • * Del 21 maggio 1669, ivi. f. 174 s. Cfr. la * Relazione nella Biblioteca C a s a n a t e n s e in Roma X, VI 24, f. 40.